Sabato mattina, la sveglia suona alla solita ora perche' T, 14 anni, deve essere a scuola alle 8. Preparo la colazione, poi lui parte nella nebbia verso il liceo. Nello zaino ha le frasi di latino - materia nuova per lui, fresco liceale - che ieri l'ho aiutato a tradurre, cercando il più possibile di stimolarlo ad arrivarci da solo, senza che gli sforni io la soluzione ("Quando fai le verifiche non ci sono io ad aiutarti!"). Incredibile come il mio cervello, a quasi 30 anni dalla maturità, sia riuscito a recuperare nozioni di latino che non sapevo neanche più di avere. Forse in qualche modo, inconsapevolmente, ne ho fatto comunque uso in questi decenni: nel linguaggio, in un certo tipo di processo mentale, chissà... oggetto affascinante, la mente umana. Ma è un'ulteriore conferma che quel che si impara da ragazzi si annida nella mente meglio di ciò che si apprende in età matura.
Più tardi ci saranno anche i compiti di A, 9 anni. È bravo, sa cavarsela bene da solo, ma bisogna assicurarsi che li faccia, i compiti. Quando mio marito torna con il giornale, sfoglio subito la cronaca locale, per vedere se parlano della pacifica invasione che un centinaio di genitori ed insegnanti hanno messo in atto ieri nell'Ufficio Scolastico Regionale, per esprimere la loro preoccupazione sui nuovi modelli didattici introdotti nella scuola elementare a partire dal prossimo anno scolastico. Sì, eccolo il breve articolo che descrive l'episodio. C'ero anch'io: ho fatto un salto dopo pranzo, prima di tornare alla pianificazione delle prossime osservazioni. Ci tenevo ad esserci e a fare numero. A causa della nuova legge, A in quinta avrà un'unica maestra invece di due, pur andando a scuola per le stesse 40 ore settimanali, e le ore non coperte da lei non si sa come verranno riempite. Un impoverimento incredibile dell'offerta didattica, come si può non protestare? Molti genitori si illudono che nulla cambi nelle classi esistenti rispetto a quest'anno: il comunicato del Ministero che presenta la recente Circolare sulle iscrizioni dà ad intendere proprio questo. Ma se ti vai a leggere la Circolare stessa, cioè il testo che conta, trovi quelle due paroline in più: "senza compresenze". Stravolgono tutto.
E sono anni che si va avanti così: governi dopo governi che vogliono solo tagliare le spese alla scuola, ma anche all'università e alla ricerca, senza valorizzare quello che hanno di buono, senza tentare di eliminarne gli aspetti più negativi. Un attacco frontale al nostro presente e futuro di scienziati, al presente e soprattutto al futuro dei miei figli e di tutta la generazione che dovrà mandare avanti la baracca dopo di noi.
In questa situazione la scienziata e la mamma sono in sintonia, nella sensazione di frustrazione e con il bisogno di protestare. Ho partecipato a manifestazioni di ricercatori come a quelle di genitori, e per me sono egualmente importanti, perché è il sapere ad essere importante, a tutti i livelli. Se sono curiosa di capire come sono fatti i quasar, e se voglio che ci siano i mezzi e le persone (magari un po' meno precarie) per investigare questo e altri interrogativi scientifici, devo anche spendermi per costruire il sapere dei miei figli, e per pretendere che non venga smantellato il sistema scuola che glielo dovrebbe fornire. E non si tratta solo dei miei figli: a tutti, genitori o no, deve importare che i ragazzi di oggi ricevano la migliore educazione possibile, perché a tutti prima o poi servirà una nuova generazione a cui consegnare il mondo e la nostra cultura. Sono concetti ovvi, banali, ma troppi sembrano non rendersene conto, o peggio, a troppi non importa. Scendere in piazza, raccogliere firme, occupare brevemente un ufficio pubblico forse serviranno a poco - non fare nulla però, mi ripeto in continuazione, serve ad ancora meno.
Giovanna Stirpe
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3 commenti:
molto bello questo post.
la volgia di capire è a tutti i livelli.inoltre mi confermi quello che temevo, che il destino dell'insegnamento è legato al busget scolastico. dove ci sono le risorse si va avanti, dove no, non si sa...
Hai ragione Giovanna a protestare e pensare che a non fare nulla sia peggio ancora. Niente copresenza nelle scuole significa anche che quando un insegnante sarà assente la classe dovrà essere sparpagliata in altre classi perchè ogni insegannte dovrà impegnare tutto il suo orario in insegnamento frontale. Non è + previsto che abbiano ore da usare per coprire buchi. Questo significa trasformare la scuola in un parcheggio. Manteranno le 40 ore! Si ma dove si fanno! Io vivo al sud e per noi la scuola è solo mattina senza pranzo a meno che non paghi in una scuola cattolica dove gli insegnanti sono tenuti precari e con stipendi miseri e ti mollano la classe appena hanno un offerta appena migliore. Al sud per una donna/madre lavorare significa soprattutto avere qualcuno in famiglia che ti aiuta MOLTO con i figli oppure avere un reddito che ti permetta di pagare un aiuto familiare full-time.
Anche io plaudo alle donne mamme astronome o comunque a tutte le donne lavoratrici che hanno dei figli. La nostra professione di astronoma sembra una professione di privilegio, ed in un certo senso lo e', ma fino ad un certo punto.. E cioe' e' difficile far combaciare ad esempio le lunghe assenze sia per osservazioni ai telescopi che per essere presente con il nostro lavoro ad un meeting, che per qualsiasi altro impegno con gli impegni familiari. Ho scelto di non avere figli perche' pensavo che non sarei riuscita a fare bene entrambe le cose. E non rimpiango la mia scelta pero' voglio rendere omaggio con questo commento alle donne astronome madri perche' e' veramente difficile.
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