martedì 22 dicembre 2009
Astronome che hanno fatto la storia
Siamo giunti alla fine dell'Anno Internazionale dell'Astronomia e con esso anche alla fine di questa avventura di Professione Astronoma. E' trascorso un anno da quando per la prima volta ci siamo raccontate su queste pagine, iniziando questa nuova esperienza con voi.
Potremmo continuare: sono certa che ci sono ancora tante avventure, esperienze, considerazioni che potremmo dividere con voi. Ma come tutte le belle esperienze e' giusto anche giungere a una conclusione.
Chissa' se siamo riuscite almeno un po' nella nostra missione, nel rendere umana e interessante questa nostra professione e nell'accendere almeno un po' di curiosita' e di interesse soprattutto in chi, come molti, ha voglia di conoscenza?
Resteremo all'erta, pronte a rispondere alle vostre domande, curiosita', interessi: fateci sapere avete qualche curiosita' specifica, sull'astronomia ma anche sulle "astronome". Cercheremo di rispondervi. Oppure staremo in silenzio a contemplar le stelle .............. o le galassie!
Vi segnaliamo comunque di tenere d'occhio i lavori che si occupano della partecipazione femminile al mondo della scienza e della rappresentativita' che le donne raggiungono nei vari campi. Il rapporto triennale della Commissione Europea She Figures e' disponibile sul sito dell'ufficio statistica del MUR [link qui a fianco]. E non dimenticatevi delle statistche legate al mondo dell'astrofisica, gia' segnalate in aprile!
Vogliamo lasciarvi con un ricordo simpatico, un calendario di buon augurio per il nuovo anno. L'idea di questo calendario non e' nostra, ma delle nostre colleghe spagnole, che hanno anche realizzato grafica e testo e hanno scelto i personaggi da raccontare. Lo abbiamo visto a Rio, ci e' piaciuto molto. Cosi' lo abbiamo tradotto per renderlo piu' accessibile al pubblico italiano.
Lo potete trovare alla pagina
www.oapd.inaf.it/othersites/2009iya/calendar/she_astronomer2010.pdf
Stampatelo, regalatelo, appendetelo nelle vostre stanze, divertitevi e ricordatevi di noi !
Buon 2010 e oltre .....
Ginevra Trinchieri e tutte le astronome
venerdì 31 luglio 2009
Pari Opportunità nell' Istituto Nazionale di Astrofisica
Cari amici,
la data per l'elezione dei rappresentanti nel CPO-INAF è ormai prossima e, dopo la mia candidatura presentata nei giorni scorsi, vi illustro in grandi linee il programma che intendo sostenere qualora fossi eletta.
Fermo restando che il CPO dovrà garantire un ambiente di lavoro libero da qualsiasi discriminazione e rispettoso dei diritti e della dignità non solo delle donne ma di tutte le risorse umane dell'INAF (inclusi i titolari di assegni di ricerca, borse di studio e contratti a termine in generale), considero fondamentali i sotto elencati punti.
1. Individuazione di situazioni, atteggiamenti culturali e stereotipi lesivi della dignità della persona che impediscono la parità in ambito lavorativo (statistiche di genere, indagine dei servizi esistenti nelle sedi, questionari per la raccolta di dati sulle varie esigenze).
2. Richiesta all'Amministrazione di trasparenza in tutte le azioni alla base del funzionamento dell'istituto (incarichi, consulenze, commissioni, comitati).
3. Informazione, sensibilizzazione e formazione del personale sulle tematiche paritarie (seminari locali e nazionali).
4. Definizione e proposta di iniziative ("azioni positive") atte a migliorare la qualità della vita in campo lavorativo attraverso una differenziata organizzazione del lavoro (part-time, telelavoro, orario flessibile) ed a conciliare lavoro e vita familiare (contributi assistenziali per figli in età prescolare, congedi parentali, istituzione di asili-nido o convenzioni con strutture affini esistenti sul territorio, interruzione di carriera con successivo reinserimento agevolato, ricongiungimento familiare).
5. Partecipazione a tutte le iniziative in materia di tutela della salute psicofisica (informazione, diagnostica e prevenzione).
6. Collaborazione continua con Amministrazione e Organizzazioni Sindacali ed attivazione di controlli su tempi e modi per l'attuazione delle azioni positive.
7. Sinergia con i CPO di altri Enti per la formulazione di proposte di più ampio respiro.
Aggiungo due ulteriori precisazioni in risposta ad alcune domande specifiche che mi sono giunte.
8. Sono consapevole dell'attuale divaricazione nelle carriere di donne e uomini (oggi le donne costituiscono il 17% di tutti gli astronomi ordinari e dirigenti di ricerca dell'INAF) ed anche la mia carriera, avendo allevato due figlie, ha subito dei rallentamenti che non sono mai stati doverosamente valutati come "fisiologici". Tuttavia, sono stata e sarò sempre contraria alla creazione di "quote rosa" o simili iniziative in ambito concorsuale. A mio parere, la professionalità raggiunta e l'applicazione delle regole di pari opportunità dovrebbero nei prossimi anni garantire alla (numerosa) componente femminile nell'INAF l'accesso "paritario" ai livelli più alti della carriera.
9. Infine, mi è stato chiesto il parere sull'età pensionabile delle donne e mi è stato cortesemente inviato il testo con cui la Corte Costituzionale spiegò perché fosse giusto che le donne andassero in pensione prima: "Rientra fra i poteri del legislatore anche quello di limitare nel tempo il periodo in cui la donna venga distratta dalle cure familiari e di consentire che, giunta ad una certa età, essa torni ad accudire esclusivamente la famiglia". Anche in questo caso, sono contraria a qualsiasi discriminazione tra donna e uomo! Le regole devono valere per tutti indistintamente ed i casi di pensioni anticipate, ove previsti, devono essere applicabili sia a donne che uomini. È mio parere che molte donne, troppe donne, vivono con angoscia il periodo lavorativo e per esse la speranza di poter anticipare l'uscita dal mondo del lavoro è spesso più legata al ricordo delle difficoltà incontrate nella gestione familiare che ad una reale aspirazione "ad accudire esclusivamente la famiglia". Il testo riportato è del 1969, oggi siamo nel 2009 ed è compito del CPO rimuovere quelle difficoltà.
Filippina Caputo
domenica 28 giugno 2009
Astronomia....che passione!
Il breve titolo che ho scritto non è stato scelto a caso...e sì....questo perchè, prima di una professione, per me l'astronomia è una passione. E lo è stata da quando ne ho memoria. Non riesco a ricordare un'età in cui non abbia ammirato il cielo.
Ricordo perfettamente il giorno in cui costrinsi i miei genitori ad uscire di casa ed andare ad ammirare la cometa di Halley...ero piccola, ma lo ricordo ancora....così come tutte le volte in cui ho puntato la sveglia per alzarmi nel cuore della notte e guardare anche una seppur piccola falce di Luna adombrata durante una eclisse....e potrei continuare all'infinito.
Per questi motivi, sono stata da sempre definita, un pò come Giusi Micela, la "strana della famiglia"...con il titolo finale "appioppatomi" da mio fratello di "scienziata pazza"..., ma non posso farci nulla....prima di tutto per me l'astronomia è ed è stata sempre una passione....passione per il piacere e la voglia di sorprendersi sempre.
Per queste ragioni non ritengo ci siano differenze tra uomini e donne. Come hanno scritto prima Paolo Esposito e poi Elvira Covino, è vero....non si conosce a-priori l'autore o l'autrice di uno scritto....io spesso ho sbagliato...scambiando un uomo con una donna o viceversa...e chissà quante volte qualcuno non l'ha fatto con me! Magari mi hanno dato del Kevin, o del Karim, o dell'altro! Questo perchè studiare e "fare" astronomia non ha sesso nè età...ci si ritrova tutti in giro per il mondo a condividere la propria passione a qualsiasi età, chi per un congresso, chi per una "fellow" o altro, chi per una collaborazione, chi per osservazioni...tutti accomunati, come ha sottolineato Elvira, da un unico "filo conduttore" e, non meno importante, da una valigia sempre pronta!!!
Ormai si è diventati bravissimi a preparare una valigia in tempo record di 5-6 minuti e solo un'ora prima di prendere un mezzo per giungere in aeroporto o in stazione! Poi però, quando arrivi a destinazione e ti confronti con altre culture, altri mondi, altre abitudini,....altra Natura, che sia un insetto greco stranissimo o una pianta arida della Sierra Nevada o una tarantola cilena....bè, è lì che ricevi una spinta così veemente da farti ricaricare in un solo istante dal viaggio anche impervio che hai avuto e da farti gettare alle spalle tutti i problemi che la vita ovviamente ti riserva.
Katia Biazzo
mercoledì 24 giugno 2009
Astronome e astronomi in erba ?
Quest’anno ho partecipato per la prima volta alle Olimpiadi di Astronomia. Come membro della giuria nazionale, perche’ l’eta’ non mi consente, ormai da tempo, di parteciparvi come ‘giovane atleta’ ! In più, nemmeno all’età giusta (dai 14 ai 17 anni) avrei partecipato, perchè ero sì interessata alle materie scientifiche, ma l’astrofisica non aveva ancora preso il sopravvento, e mi dibattevo tra lo studio del corpo umano, e in genere degli esseri viventi, e quello della Terra e dei vulcani. L’astrofisica è arrivata dopo, all’università, come per molte altre astronome, come ho avuto modo di leggere su questo blog.
Ma torniamo a noi, o meglio a loro: le astronome e gli astronomi in erba.
Lo scenario è Capodimonte in un bel fine-settimana di metà maggio. L’atmosfera è carica di tensione: si selezionano gli ‘atleti’ per la ‘squadra nazionale italiana’, che parteciperà alle Olimpiadi Internazionali a Hangzhou, in Cina dal 8 al 16 Novembre 2009 !
Un’occasione importante che riempie di orgoglio i genitori, accorsi in qualità di accompagnatori infaticabili, alcuni, infatti, hanno affrontato in macchina un lungo viaggio, con partenza da Trieste, da Bari, da Cuneo, da Raggio Calabria. Sono armati di fotocamera e del miglior consiglio possibile, che è poi il motto del Barone di Coubertin, Pierre de Frédy: L'importante è partecipare.
Ed eccoli, i protagonisti, 30 ragazzi tra i 14 e 17 anni, che non pensano solo a diventar veline o calciatori, ma hanno anche altri interessi e passioni. E poi, in fondo, una cosa potrebbe non escludere l’altra. Si cimentano in una gara impegnativa: si va dalle seriose leggi di Keplero, agli abitanti del pianetino Autovelox IV, che amano gareggiare in velocità con veicoli sportivi ultra-sicuri, o ai viaggi avventurosi su astronavi tecnologicamente avanzate per esplorare il sistema solare.
Insomma, esercizi non banali, che misurano la conoscenza della materia, la curiosità e la capacità di essere futuri ricercatori, ma anche futuri curiosi del mondo e dell’Universo, indipendentemente dalla strada e dal mestiere che sceglieranno di fare da adulti.
A prova finita, inizia l’arduo e faticoso compito della giuria: valutare con scientifica precisione (perché la gara è comunque una cosa seria) il lavoro fatto da ciascun partecipante e dare un inevitabile voto, allo scopo di formare la squadra nazionale di non più di 5 ragazzi. Un compito arduo, perché è tanta la sorpresa (mia, giudice in erba, questo sì) per la competenza, la determinazione e la fantasia messe in campo da ciascuno per risolvere i problemi. Abbiamo fatto notte, con gli altri giurati, per correggere con attenzione gli esercizi e non trascurare nessun particolare, nessun sforzo da parte degli ‘atleti’ volto alla soluzione.
Alla fine solo 5 andranno a Hangzhou, il numero massimo di atleti per nazione. Per gli altri rimarrà l’entusiamo di aver vissuto una bella esperienza, aver conosciuto persone nuove, aver visitato una città magnifica e, forse, il desiderio di riprovarci l’anno prossimo: IN BOCCA AL LUPO !
Gabriella
Dal sito italiano delle Olimpiadi di Astronomia:
“Con il pretesto della competizione, le Olimpiadi di astronomia offrono agli studenti delle scuole italiane un'occasione di incontro con i ricercatori e di confronto con altri ragazzi, la possibilità di coltivare l’interesse e la passione per l’astronomia e uno scenario scientifico di ampio respiro, nell'assoluto rispetto delle loro qualità morali e cognitive. “
http://www.ts.astro.it/olimpiadi/index.html
(sito italiano)
http://www.issp.ac.ru/iao/
(sito internazionale)
(Picture: credits to NASA and STScI).
sabato 20 giugno 2009
Una notte, mio padre e Cassiopea
La mia storia ha inizio moltissimi anni fa, quando ero ancora la dolce bimba di mio papà. E' indimenticabile per me una passaggiata con mio padre in una sera invernale, quando, tornando dalla chiesa, ci siamo fermati in una strada più buia e lui mi ha insegnato a riconoscere la costellazione di Cassiopea. Lo so che può apparire lezioso, ma è andata proprio così. Penso che ogni ragazzina dovrebbe essere amata dal proprio padre di un amore che permetta di crescere e realizzare i propri sogni. Grazie a Dio, e a mio padre, io sono stata amata e con il suo insostituibile aiuto e supporto sono diventata quello che sono.
Così, molto presto nella mia infanzia, io avevo già deciso che sarei diventata un astronoma. Al secondo posto tra le mie aspirazioni era diventare "spazzina", forse perchè ero una bimba estremamente ordinata, ma i miei genitori mi fecero lasciar perdere questa idea, fortunatamente.
Adesso, dopo molti anni di lavoro e di studio, mi sento ancora in cammino. Nè dopo la laurea all'Università, nè dopo il dottorato, nè adesso, mentre lavoro con il gruppo del Laboratorio di Astrofisica Sperimentale a Catania, riesco a considerarmi come un'astronoma. Ma cerco di esserlo. Ho ricevuto cose così meravigliose nella mia vita - mio padre, il mio cervello, i miei occhi .... non mi piace parlare di me stessa. E questo testo non dovrebbe parlare di me. Dovrebbe invece essere un occasione per fare il punto, una breve riflessione, sul fatto che ..... in alcuni momenti, provo meraviglia esattamente come quella prima notte. Ecco il motivo per il quale sento che val la pena proseguire.
Zuzana Kanuchova
L'immagine è tratta dal libro di Camille Flammarion’s (1888), L’atmosphère: météorologie populaire
ZK è nata nella Repubblica Slovacca e lavora in Italia dallo scorso autunno. Comincia a parlare italiano, ma il suo post è scritto in lingua inglese. Eccovi l'originale:
My story has begun many many years ago, when I was a sweet daddys' little girl. I cannot forget one winter evening walk with my father, coming back from the church, when we stopped in one darker street and he teached me to find Cassiopeia constellation. I know that this sounds like a pretty fake, but it was really so. I think that girls should be loved by their fathers. They should be loved so as they could grow up and fulfil their dreams. Thanks to God and my father I was loved and with his uncoverable help and support I became the one who I am.
So, very soon in my childhood I decided to become an astronomer. The second possibility was to be a street-sweeper, because I was so tidiness loving kid, however my parents have talked me out of this idea - luckily.
Now, after many years of work and study I am still on the way. Neither after graduation at university, not even after PhD. study, nor now, working with the group of the Laboratory of Experimental Astrophysics in Catania I consider myself as an astronomer. But I try to be. I was given so many wonderful things in my life - my father, my brain, my eyes ... I don't like to speak about myself. And, this shouldn't be about me. This should be just short stop-off, short reflection, that ... in some moments, I am amazed as I was that winter night. That's why I still keep on.
lunedì 15 giugno 2009
Un'astronoma all'ESA
Dopo aver consegutio il dottorato in astrofisica a Catania, ho lavorato per circa due anni in Italia presso l'INAF (Catania e Napoli) e da circa un anno sono una "research fellow" ad ESTEC, la sede olandese dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il mio filone di ricerca consiste nello studio di stelle giovani e della materia (polvere e gas) che le circonda. Tale studio è di particolare importanza in astrofisica, poiché la formazione dei pianeti è legata all'evoluzione della materia circumstellare. In altre parole, per capire come il nostro sistema solare si è formato, ci si serve di stelle giovani in cui la formazione di sistemi planetari deve ancora avvenire o è in corso. Il mio approccio verso questo tipo di studi è prettamente osservativo. Lavoro con dati dei telescopi cileni dello Europena Southern Observatory (ESO, Chile), dell'Hubble Space Telescope e dei telescopi spaziali Spitzer ed Herschel (nel prossimo futuro).
L'Agenzia Spaziale Europea è un ambiente lavorativo alquanto peculiare per un astronomo, poiché offre i vantaggi di un buon istituto di ricerca (il Dipartimento di Ricerca e Supporto Scientifico, ESA-RSSD) collocato però all'interno di una grande azienda (l'ESA conta circa 5000 dipendenti). Dati gli obbiettivi principali dell'ESA (l'esplorazione spaziale, voli umani nello spazio, telecomunicazioni e navigazione satellitare, etc), essa comprende svariati settori di carattere ingegneristico, informatico, amministrativo, etc. Proprio questa varietà di competenze fa si che l'ESA sia un continuo pullulare di idee, progetti, persone sempre nuove e con formazione differente. Per un astronomo questo è un ambiente sicuramente stimolante, che permette di crescere nella propria professione di ricercatore ma anche di allargare le proprie conoscenze e competenze ad aspetti più tecnici. Ciò arricchisce, dal mio punto di vista, la formazione professionale di un astronomo. A ciò si aggiunge il fatto che i rapporti di lavoro all'interno dell'ESA sono molto cordiali, il confronto con gli altri sano e costrittuvo. Ci si sente sempre in gara per fare meglio ma è un percorso di gruppo, non individuale; ci si sente parte di una grande "macchina" pur conservando la coscienza del proprio specifico ruolo.
Ovviamente a tutto ciò va aggiunto il fatto che l'ESA è un ente internazionale per cui tale è il suo personale. Camminando per i lughi corridoi all'ora di pranzo, si ha la possibilità di sentire parlare almeno una decine di lingue: inglese, francese, spagnolo, italiano, portoghese, olandese e tedesco sono solo le lingue più comuni, ma se si è fortunati anche greco, polacco, ceco, finlandese, norvegese ed anche russo, poiché da qualche anno l'ESA offre la possibilità di contratti a termine anche per cittadini di Paesi non appartenenti all'Unione Europea. Alla varietà linguistica e quindi culturale, si aggiunge poi la varietà generazionale. Assime allo staff permanente, l'ESA pullula infatti di giovani tra i 20 ed i 30 anni, i quali svolgono presso l'agenzia la propria tesi di Laurea (stageers), un periodo di formazione post-laurea di circa un anno (young trainees) o il post-dottorato (research fellows), come nel mio caso. Per amalgamare questa varietà di lingue, culture e stili di vita differenti, l'ESA offre ai suoi dipendenti corsi di lingua (Inglese, Francese ed Olandese) e di formazione professionale (corsi di programmazione, aggiornamenti, seminari, meetings e conferenze, etc) ma anche attività di ricreazione (attività sportive, lettura, musica, cinema,etc). Non si ha un'idea completa di ESA-ESTEC senza aver visto ESCAPE, il regno dell'attività di ricreazione !!!!
venerdì 12 giugno 2009
Giovani astronome: dall' Iran all' Europa
Ho provato molte volte a ricordare quale fosse nella mia mente di adolescente la relazione tra l'astronomia e il senso della vita. Ma non ci riesco! La sola cosa che ricordo è che a quel tempo pensavo che avrei scoperto il mistero della vita se avessi compreso come funziona il cosmo! Forse ero influenzata dalla credenza che il paradiso sia in cielo! E sognavo di trovarlo nella scienza!
Tutti i miei sogni di svelare la Creazione con la scienza svanirono al secondo anno di Fisica all'Università, studiando la meccanica quantistica: ho imparato che ci sono molte incertezze nella fisica e nell'astronomia. Da allora ho continuato in miei studi di astronomia con un altro punto di vista.
Oggi l'astronomia mi permette di realizzare uno dei miei sogni più importanti, un sogno che è nato durante l'infanzia. Un anno e mezzo prima che io nascessi, il mio paese è entrato in guerra e tutta la mia infanzia è passata sotto la dura pressione della guerra. A quel tempo, avevamo due canali televisivi, che trasmettevano entrambi un’ora al giorno di programmi per bambini. Tutti i cartoni animati proponevano situazioni molto più dure di quanto vivevamo nella realtà, per lo più storie di bambini la cui madre moriva, oppure andava a servizio in altre case, o partiva alla ricerca del padre. Non so come questi cartoni potessero essere scelti! Però c'erano anche due altri programmi che amavo con tutto il cuore. Uno di questi parlava di un nonno Inuit che narrava storie al suo nipotino (non era un cartone!), della costruzione del loro territorio, della caccia e della navigazione. Meraviglioso! L’altro era un cartone su Marco Polo. Ho ancora ricordi chiarissimi di una bambina di 4 o 5 anni che guardava la TV affascinata e con il batticuore e aveva il pensiero fisso dei viaggi! La mia passione era Venezia, la città sull’acqua!! Come faceva a esistere? Mi chiedevo spesso come sarebbe stato vivere a Venezia. Pensavo a mio padre che avrebbe preso una barca al posto della macchina la mattina per andare al lavoro, e immaginavo mia madre aprire la porta e lavare i piatti nella strada che è un fiume!
Un’immaginazione vispa e i sogni di un futuro pieno di viaggi hanno reso la mia infanzia felice e i miei giorni gioiosi, nonostante la guerra e tutti i suoi effetti dolorosi e incredibili che hanno afflitto le nostre vite e il nostro paese per molti anni, persino adesso. E ora viaggio per congressi, seminari etc. grazie all’astronomia. Finalmente un giorno potrò visitare Venezia e magari gli Inuit! Chi lo sa cosa accadrà domani?
Per me, l’astronomia è il punto di convergenza delle mie più profonde aspirazioni.
Nakisa Nooraee
NN è nata in Iran dove si è laureata in astronomia. Oggi sta svolgendo un dottorato di ricerca in astronomia presso il "Dublin Institute for Advanced Studies"
Original text
"I have tried many times to remember what the relation between astronomy and myth of life and creation was in my mind, as a teenager. But I can’t! The only thing I remember is I thought I would discover the mystery of life if I can understand the reality of cosmos! Maybe I was influenced with historic idea that heavens are in the sky, and I dreamed to find them in science!
All of my dreams about disclosing the Creation by science vanished when I was a physic's student on second year of bachelor, while learning quantum mechanics. I found out there are many uncertainties in physics and especially in astronomy.
Today astronomy serves one of my biggest dreams, a dream from childhood. One and half year before my birth, war had started in my country and all of childhood was under hard pressure of war. On that time, we had 2 channels on TV, each of them had one hour per day program for children. All of the cartoons portrayed a worse situation than we have had on those days, most of them were the story of a child whose mother died recently or has to work as servant in other's home or has to go and find father!! I don't know really how those cartoons had been chosen so wisely!!! But there were two different programs I loved them (heartily). One of them was an Inuit grandfather who tells story for his grandson (It wasn't cartoon), he narrates about building the Inupiat, hunting and boating! Complete amazing! The other was a carton about Marco Polo. I have still clear strong memories of a 4 or 5 years old girl, gazing on TV, with charming beating heart who thinks madly about travelling! My passion was Venice, the city on water!! How does it exist? The question, which was repeated many times for me, I imagine how living in Venice would be? I thought my father every morning needs boat to go work instead of car and my mother can open our home's door and wash dishes in street, which is a river! Funny imaginations and dreaming for future life, full of travels around the world has mad my childhood happy and cheerful days, against war and all of painful and unbelievable destructive effects which have affected our lives and our country for many years, even now. And now, I travel for workshops, seminars etc for astronomy. Hopefully one day visit Venice or ambitiously, Inuit! How knows what happens tomorrow?
For me, astronomy is conjunction point of my inquisitive soul's dreams."lunedì 8 giugno 2009
"Ma quindi tu studi le stelle?"...
Leggendo i vari post in questo blog mi sono accorta che quasi tutte avevano inserito citazioni o riportato tipiche reazioni della gente alla notizia della loro professione, così ho pensato di cominciare proprio con una delle più comuni... Si perché una volta superate le prime questioni "fai l'oroscopo?" o "ma allora lavori di notte?" (che rimane sempre la mia preferita perché offre lo spunto per innumerevoli risposte sarcastiche) è lì che si va a parare, direttamente alle stelle. Lavoro nel campo dell'ottica adattiva da poco più di un anno, cioè da quando mi sono laureata qui a Padova. Per me le stelle più piccole sono, meglio è, in un certo senso! Il nostro è un gruppo di tecnologi (nel senso lato del termine), quelli a cui si vanno a chiedere i consigli sulle questioni più strane, perché se è vero che la gente comune non ha chiaro di cosa si occupi un astronomo, non è che tutti gli astronomi teorici abbiano chiaro il compito e le competenze di chi lavora nel campo tecnologico... e trovo questa cosa molto divertente, fra l'altro!
L'astronomia non era la mia passione da bambina, non volevo fare l'astronauta e non sono mai stata astrofila, la scelta del corso di studi da intraprendere è stata del tutto casuale e anche la strada che ho intrapreso adesso è stata frutto di una decisione "di getto", quindi non posso dire di aver realizzato il sogno di una vita, tuttavia mai nella vita avrei pensato che un lavoro potesse essere tanto stimolante.
Ho la fortuna di far parte di un gruppo che partecipa alla realizzazione, a partire dal disegno ottico fino all'allineamento finale e alla prima luce, di strumenti che vengono montati ai più grandi telescopi del mondo...per me, che ho ancora 25 anni, questo è un onore indescrivibile! E non posso negare che sia una grande fortuna, perché non capita a tutti di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Ciò che mi ha colpita maggiormente è l'interazione continua con colleghi di ogni parte del mondo, forse per molte di voi ormai è naturale, ma passare direttamente dall'ambiente chiuso del corso di laurea alle collaborazioni più varie è stato del tutto inaspettato!
L'ambito tecnologico, poi, si presta particolarmente a questa collaborazione, si può dire che sia quasi forzata in un certo senso. Questo perché progetti di una certa entità sono estremamente complessi e non possono essere il frutto di un'unica mente, ma richiedono gli sforzi di molti individui che mettono a disposizione del progetto le loro diverse competenze ed esperienze, per conseguire un fine comune, proprio come in una squadra... Sono 14 anni che pratico uno sport di squadra che è la mia passione e vi posso garantire che le analogie sono molte e la similitudine è incredibile! Forse è questo che più mi piace, più dei viaggi, più del vero piacere della scoperta...io ADORO stare in una squadra! ...e adoro ciò che mi impegna mentalmente e che mi porta a rivedere quelli che possono essere i miei limiti e le mie chiusure mentali.
Il risultato è una realtà nella quale collaborano persone con capacità e conoscenze diverse (ottici, astronomi, ingegneri meccanici ed informatici, ecc...) e in cui esiste un continuo scambio di opinioni ed esperienze, che avviene a distanza, giornalmente, o di persona, periodicamente. Ma la cosa più toccante (addirittura!) è che ogni persona ha la possibilità di dire la sua, magari sbagliando per inesperienza o ingenuità, ma è raro che un'idea, quale che sia la sua origine, venga scartata a priori.
Forse con il passare del tempo questo entusiasmo passerà perché ci farò l'abitudine o perché prima o poi potrà capitarmi anche qualche esperienza meno piacevole, ma spero che ciò che conterà non sarà mai solo vincere, ma continuare a partecipare mettendoci sempre tutta me stessa.
Valentina Viotto
lunedì 20 aprile 2009
Ci sono meno donne nell'ambiente scientifico americano (USA) che in Europa.
Ho sempre creduto che il motivo principale fosse da ricercare nella maggiore mobilità del mondo del lavoro negli USA, che determina ovvie difficoltà a conciliare famiglia e carriera.
Pare invece che non sia solo questo il motivo, ma che invece ci sia tuttoggi un pregiudizio in parte della società americana verso la capacità delle donne a fare scienza.
Questo è quanto si evince leggendo un articolo apparso sul Washington Post del 14 aprile scorso firmato da Christina Hoff Sommers. La Hoff Sommers interviene sulla politica del Presidente Obama, il quale ha auspicato l'estensione al campo delle scienze e dell'ingegneria di misure simili al Titolo IX, una legge che obbliga le Università americane a destinare uguali fondi alle attività sportive maschili e femminili. Obama ritiene che simili azioni, opportunamente adattate e perseguite con la dovuta attenzione, determinerebbero una maggiore partecipazione femminile alla scienza e all'ingegneria.
La Hoff Sommers ritiene che queste misure siano da bandire perchè danneggerebbero la scienza americana. Nel propugnare azioni per giungere ad una parità di opportunità per uomini e donne nel campo delle scienze secondo la saggista americana si vuole dare soddisfazione politica alle associazioni che lottano per la parità ma si ignorano le conclusioni di "altri" studiosi, che la Hoff Sommers ritiene essere la maggioranza, i quali affermano che le motivazioni per cui le donne sono maggiormente presenti nelle discipline umanistiche e sociali piuttosto che scientifiche siano "biologiche" e non da cercarsi nei condizionamenti sociali. Conclude la Hoff Sommers con un monito al Presidente e al Congresso a non sostenere una politica di uguaglianza dei generi "non testata" e non abbastanza "dibattutta" nel campo scientifico in cui agli USA è riconosciuta l'eccellenza e che è vitale per l'economia e la difesa nazionale!
L'articolo della Hoff Sommers è leggibile sul sito http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/04/13/AR2009041302119.html
La reazione indignata delle astronome americane può essere seguita sul blog "http://womeninastronomy.blogspot.com/2009/04/christina-hoff-sommers-is-at-it-again.html"
Isabella Pagano
giovedì 16 aprile 2009
PRONTE A RIPARTIRE
Cara ruedegrenelle che dire....crisi creativa, vacanze pasquali o forse mancanza di un interlocutore.
Per quanto mi riguarda questo è il problema maggiore: non sapere a chi mi rivolgo.
Avendo seguito il coordinamento del blog nelle ultime due settimane ho riletto tutto quanto era apparso e l'impressione che ne ho ricevuta è che più che un blog si trattasse di una bacheca …. quasi una cappelletta votiva .... avrei voluto che almeno diventasse un tazebao!!!
Francamente ero scettica sin dall’inizio sul fatto che un blog potesse funzionare, mi è sempre stato difficile individuare un possible lettore/lettrice , poi mi sono detta perchè non provare, ma i risultati non mi hanno entusiasmata mi è sembrato un parlare al vento. Ho sperato che interventi meno personali e più generali potessero far scattare la scintilla, ma per mesi quello che ho visto è stato un bell’esercizio di scrittura ed una discreta lettura, molto discreta…. e già perchè mi dicono che gli accessi al blog non sono stati pochi , quindi a te cara ruedegrenelle dico mi impegnerò (come credo le mie colleghe, che hanno aderito all’iniziativa) ad andare avanti, ma vorrei che le zelanti lettrici come te provassero a farsi avanti a fare domande e magari ad ironizzare un po’ su queste brillanti e pienamente realizzate astronome!!!
Paola Rossi
martedì 31 marzo 2009
LE COSE COME SONO
Nell'ultimo numero egli da' uno spunto di riflessione su una delle differenze fondamentali tra uomo e donna. Dice: " io penso che la dimensione femminile consista essenzialmente nella 'relazione': mentre il maschio e' solitamente un''identita'' che instaura relazioni, la donna e' tendenzialmente 'relazione' da cui ricava riconoscimento e quindi la sua identita'"
Questo intervento mi ha fatto ricordare cosa veramente mi ha sempre affascinato ed attratto del mio lavoro di ricerca: la comunicazione. Il desiderio di comunicare e condividere risultati, di lavorare insieme su di una nuova idea, di pubblicare un contributo perche' venga divulgato nella comunita'..
Ricordo la mia prima partecipazione ad una Scuola Internazionale ad Erice: ero appena laureata e mi ricordo ancora il mio stupore pieno di soddisfazione nel vedere i piu' bei nomi dell'astrofisica di Cambridge, Meudon, Mosca...parlarsi e discutere su di un problema: voler capire quel problema era oggettivo, andava al di la' delle lingue, delle culture!
La comunicazione tra gli studiosi e' per me il vero fascino della ricerca. Certo, questo e' vero per tutte le scienze. La peculiarita' e il fascino dell'Astronomia e' di avere tutto l'Universo come laboratorio. Ma la forza della comunicazione scientifica accomuna tutti i ricercatori.
Ma torniamo a Galimberti e alle sue distinzioni tra maschile e femminile. E se fosse la nostra capacita' relazionale, e quindi di affidarsi alla comunicazione nelle modalita' meno aggressive la connotazione che puo' aggiungere un plusvalore alla donna nel mondo della scienza?
Anna Curir
venerdì 20 febbraio 2009
I modelli teorici
Anche io ho provato l'ebbrezza del cielo notturno al telescopio, un'esperienza davvero piena di fascino. Ho fatto alcuni anni di 'gavetta osservativa' quando sono entrata a lavorare nel mio Osservatorio. Anzi, a quei tempi nelle nostre cupole non c'erano consolles in sale calde in cui monitorare le osservazioni, ma si stava con l' occhio sull'oculare, nel gelo delle notti invernali.....
Desidero però sottolineare che esiste anche un lavoro astronomico completamente teorico, che produce modelli. Questa é da molti anni la mia attività di ricerca. In passato utilizzavo soltanto carta e penna per i miei modelli, perché si basavano su calcoli analitici. Ora utilizzo grandi calcolatori, perché le mie ipotesi sulla stabilità delle galassie a disco vengono testate con simulazioni numeriche.
Ci sono alcuni rami dell'astronomia che sono eminentemente teorici. La cosmologia, ad esempio: la scienza che studia l'Universo nel suo insieme. Elaborare una teoria su tutto l' Universo é un attività che utilizza soltanto la mente. Ma ovviamente anche i più sofisticati modelli di Universo devono avere il loro vaglio nei dati osservativi. I grandi telescopi, i satelliti ci forniscono dati fondamentali che possono farci decidere per la teoria cosmologica più plausibile. E dunque teoria e dati osservativi interagiscono tra loro in una dialettica indispensabile.
Oltre all'Universo, che é un oggetto di studio particolare.., ci sono oggetti astronomici così difficili da osservare che sono nati prima come entità teoriche che come oggetti osservati: ad esempio i buchi neri....
Ora abbiamo finalmente osservazioni indirette della loro esistenza, ma essi furono concepiti teoricamente alcuni secoli fa da Laplace e più tardi la relatività generale di Einstein, con le soluzioni studiate da Schwarzshild, Kerr e Steven Hawking hanno formulato modelli estremamente accurati della loro struttura.
Anche le onde gravitazionali sono previste teoricamente dalla teoria della relatività generale, e si costruiscono antenne sempre più sofisticate per poterle rilevare. E' dunque un altro caso in cui la teoria precede l'esperimento.
In generale comunque, per qualunque fenomeno astronomico si possa
osservare, abbiamo bisogno di modelli per dare una spiegazione dei meccanismi
che hanno emesso quell'energia, o che hanno formato quella morfologia...le
spiegazioni che le nostre teorie possono formulare precedono o seguono i dati
osservativi, e producono insieme ad essi un quadro sempre più armonioso dell'evoluzione degli oggetti astronomici.
Anna Curir
martedì 10 febbraio 2009
Stereotipi?
Per fortuna sua, la protagonista non e' proprio cosi....
Esiste uno stereotipo dell'astronoma? Un articolo su Panorama di fine ottobre lascia poco spazio alle speranze: per il 96% dei ragazzini, la scienza rimane di dominio maschile. Per fortuna per almeno meta' delle ragazzine emerge anche una novita': “scienziate belle alte ed eleganti”.
Ma siamo davvero “belle alte ed eleganti” o e' anche questo un nuovo, diverso modo di associare esotismo alla figura di astronoma che ci rende quindi in qualche modo speciali?
E poi, siamo davvero speciali? Vogliamo essere viste come tali? Ovviamente siamo quello che siamo – come possiamo sapere come saremmo se fossimo diverse?
Per fortuna i numeri reali al momento sono un po' piu' alti di quello che potrebbero essere nel futuro, se non riusciamo a far risalire le speranze e le aspettative dei giovanissimi maschietti -- ci meritiamo davvero un misero 4%?
Siamo ben lontani da una situazione di parita', ovviamente: l'altra meta' del cielo al momento si ferma al 20-30%, con qualche speranza di miglioramento, ma ancora lontana dalla parita'.
Magra consolazione: astronomia ha qualche percentuale in piu' rispetto alla fisica in generale, e rispetto alle percentuali riscontrate all'INFN. E in Italia siamo messe bene rispetto al panorama europeo: con percentuali simili alla Francia e superiori a Germania e Gran Bretagna, che hanno un numero globale di astronomi paragonabile o superiore all'Italia.
Evidentemente molto rimane da fare, se vogliamo veramente essere l'altra meta' del cielo ....
Ginevra Trinchieri
martedì 27 gennaio 2009
Archeologia e astrofisica ...
Sono rimasta stupita da quanto sia comune la passione per l'archeologia tra le astronome. E da quanto ne so, anche per gli astronomi. Anche io mi sono trovata alla soglia dell'universita' in dubbio se scegliere di puntare gli occhi alla terra degli scavi o alzarli verso gli astri. Confesso che la mia e' stata una decisione "al negativo": nonostante la mia passione per il passato e per le civilta' sepolte (che ho ancora), gli anni passati a studiare latino e greco mi avevano divertito a sufficienza! Ed ho quindi ricalcato un atteggiamento gia' preso ai tempi della scelta del liceo .... al classico, per dimenticare per sempre le angosce causate alle scuole medie dal disegno (sempre stata negata; lo sono ancora oggi!).
Passione per il lavoro da detective? In fondo in entrambi i casi raccogliamo informazioni lasciate tempo fa senza che ci vengano fornite le condizioni iniziali ne' quelle al contorno! Sara' per questo che ho anche una sfrenata passione per i libri gialli? Per fortuna sono piu' brava ad analizzare dati astronomici che a scoprire il colpevole nel gialli di Agatha Christie ....
Ginevra Trinchieri
domenica 18 gennaio 2009
Il mio primo Blog - Parte terza
Secondo me essere donna non cambia nulla. Per me la scienza non ha sesso. Io penso che la ricerca non abbia confini di nessun genere, quindi tantomeno di "genere".
Ma questa e' la mia visione -di nuovo il punto e': cosa ne pensa la societa'? O meglio -come si comporta la societa'?
A dire il vero, non e' un problema delle Astronome. Le Astronome anzi secondo me sono fortunate: almeno noi siamo contente di quello che facciamo! Lo facciamo per scelta, una vera scelta: non per guadagnare, non perche' lavorare e' una necessita' una crescita personale un arricchimento un dovere …ma perché ci piace!
Ma chi di noi fa l'Astronoma ..... e basta?
Credo non ci sia nessuno tra noi che non sia -- tra le altre cose:
Astronoma cuoca parrucchiera idraulica insegnante traduttrice system-manager giornalista agente-di-viaggio arredatrice ... e anche moglie figlia mamma naturalmente.
Concedo qualche variante ... forse anche qualche sconto ... ma anche qualche aggravio.
di nuovo: e i nostri colleghi? Parliamone!
E l'ultima [per ora] domanda - o forse la prima -
siamo fortunate? siamo capitate qui per caso?
siamo state spinte da genitoriamiciparenticonoscentiscuola?
oppure siamo qui in barba a genitoriamiciparenticonoscentiscuola?
Parliamone!
Ma soprattutto: ricordiamoci che quello che siamo e vogliamo diventare dipende da noi.
Non facciamoci scoraggiare, non facciamoci intimorire, se vogliamo diventare "astronome" la strada e' dura ma bella e percorribile.
AVANTI TUTTA!
Ginevra Trinchieri
venerdì 16 gennaio 2009
Il mio primo Blog - Parte seconda
È molto meglio essere giovani, belli, ricchi e in buona salute, piuttosto che essere vecchi, brutti, poveri e malati : lo diceva Massimo Catalano di “Quelli della notte” e non credo ci sia modo di smentirlo.
Ma che nessuno mi venga a dire: e' meglio essere .... piuttosto che essere donna!
Eppure, la storia ci insegna che spesso e' proprio cosi'.
Anche la storia dell'astronomia ci insegna delle dure lezioni.
E quello che vediamo e viviamo tutti i giorni ?
Possibile che anche in Italia, anche oggi nel 2009, ci sia se non altro il dubbio????
Professione Astronoma. E' una professione divertente. E' una professione appagante.
E' certamente una professione "dinamica": ci vuole curiosita', voglia di viaggiare, voglia di lottare, capacita' di adattamento, voglia di mettersi in gioco in prima persona, di mettere in gioco tante altre persone e tante altre cose [famiglia, finanze, tempo libero].
E' una bellissima professione.
E l'argomento? ASTRONOMIA: cosa c'e' di piu' interessante curioso misterioso affascinante faticoso [a volte, ma piu' spesso] appagante?
Quante volte possiamo dire di non avere avuto curiosita' su cosa c'e' oltre al buio punteggiato di luci scintillanti?
Quanto spesso abbiamo cercato di capire cosa dicono gli esperti sull'origine dell'universo, sulla morte delle stelle, sulla natura dei buchi neri, sulle eclissi di sole? Quante volte anche noi, esperti del mestiere, ci siamo fermati affascinati semplicemente ad osservare, ci siamo interessati delle novita', ci siamo letti con avidita' cosa c'e' di nuovo sotto la luce fioca delle stelle? E lo continuiamo a fare con curiosita' ed interesse.
E quante volte ci siamo stupiti da quanto sia semplice e interessante spiegare a qualcuno che vuole sapere, che come noi ha curiosita' su argomenti che ci interessano? Scoprire che la voglia di conoscere e' un legame fortissimo, tra amici e sconosciuti!
E' vero, a volte veniamo confusi con astrologhe -- anche con gastronome ma questo ci fa quasi piacere: in fondo siamo tutte un po' golose, e a molte di noi piace cucinare.
No -- noi non sappiamo "leggere" le stelle [o chi per esse].
Noi le osserviamo, vogliamo capire come nascono, perche' esplodono, siamo curiosi di sapere quanto sono belle anche nelle bande cosiddette "invisibili" --- infrarosso ultravioletto radio X. E sono belle sempre!
Pero': Essere donna cambia qualcosa?
Parliamone!
Ginevra Trinchieri
mercoledì 14 gennaio 2009
Il mio primo Blog
Quando mi hanno chiesto di organizzare questo blog confesso ci ho pensato molto – e mi ha preso il panico.
Intanto: blog, questo sconosciuto! Non fa parte dei miei normali strumenti di lavoro!
E poi il titolo: come rendere in italiano l’efficace She’s an astronomer inglese?
E ancora piu’ importante: Cosa significa un blog su Professione Astronoma? Quali dovrebbero essere i contenuti? Quali le chiavi giuste per affrontare l’argomento?
Certo, l'astronomia e' una scienza affascinante -- e' una scienza antica, ma sempre in evoluzione.
E' una scienza che studia la natura, ma ha bisogno di strumenti sempre piu' sofisticati per fare dei passi avanti. E' una scienza facile -- basta guardare il cielo e si capisce di cosa si parla. Ma e' una scienza molto piu' complessa, che ci riporta alle origini di tutto, e sconfina nel filosofico, argomento difficilissimo! -- eppure e' ben radicata e risponde a regole fisiche ben precise (se solo le conoscessimo davvero!).
Tutto questo e' astronomia, una scienza alla quale si puo' dedicare una vita, ed essere contenti alla fine di averlo fatto. MA “SHE”?
E' vero, io sono una donna, questo e' innegabile: e allora? Io mi occupo di astronomia -- cosa c'entra il femminile! Io lavoro in/per l'astronomia, come tanti altri in Italia, donne uomini giovani menogiovani biondi mori pelati capelluti alti bassi Se il colore dei capelli o essere basso non ha mai costituito un argomento di interesse o di discussione perche' essere donna si?
Questo per me non ha mai rappresentato un motivo di riflessione: almeno non fino a tempi recenti. Sono fortunata? sono incosciente? sono cieca? Non lo so.
Ma forse e' il momento di rifletterci...
Ginevra Trinchieri