lunedì 15 giugno 2009

Un'astronoma all'ESA


Dopo aver consegutio il dottorato in astrofisica a Catania, ho lavorato per circa due anni in Italia presso l'INAF (Catania e Napoli) e da circa un anno sono una "research fellow" ad ESTEC, la sede olandese dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il mio filone di ricerca consiste nello studio di stelle giovani e della materia (polvere e gas) che le circonda. Tale studio è di particolare importanza in astrofisica, poiché la formazione dei pianeti è legata all'evoluzione della materia circumstellare. In altre parole, per capire come il nostro sistema solare si è formato, ci si serve di stelle giovani in cui la formazione di sistemi planetari deve ancora avvenire o è in corso. Il mio approccio verso questo tipo di studi è prettamente osservativo. Lavoro con dati dei telescopi cileni dello Europena Southern Observatory (ESO, Chile), dell'Hubble Space Telescope e dei telescopi spaziali Spitzer ed Herschel (nel prossimo futuro).

L'Agenzia Spaziale Europea è un ambiente lavorativo alquanto peculiare per un astronomo, poiché offre i vantaggi di un buon istituto di ricerca (il Dipartimento di Ricerca e Supporto Scientifico, ESA-RSSD) collocato però all'interno di una grande azienda (l'ESA conta circa 5000 dipendenti). Dati gli obbiettivi principali dell'ESA (l'esplorazione spaziale, voli umani nello spazio, telecomunicazioni e navigazione satellitare, etc), essa comprende svariati settori di carattere ingegneristico, informatico, amministrativo, etc. Proprio questa varietà di competenze fa si che l'ESA sia un continuo pullulare di idee, progetti, persone sempre nuove e con formazione differente. Per un astronomo questo è un ambiente sicuramente stimolante, che permette di crescere nella propria professione di ricercatore ma anche di allargare le proprie conoscenze e competenze ad aspetti più tecnici. Ciò arricchisce, dal mio punto di vista, la formazione professionale di un astronomo. A ciò si aggiunge il fatto che i rapporti di lavoro all'interno dell'ESA sono molto cordiali, il confronto con gli altri sano e costrittuvo. Ci si sente sempre in gara per fare meglio ma è un percorso di gruppo, non individuale; ci si sente parte di una grande "macchina" pur conservando la coscienza del proprio specifico ruolo.

Ovviamente a tutto ciò va aggiunto il fatto che l'ESA è un ente internazionale per cui tale è il suo personale. Camminando per i lughi corridoi all'ora di pranzo, si ha la possibilità di sentire parlare almeno una decine di lingue: inglese, francese, spagnolo, italiano, portoghese, olandese e tedesco sono solo le lingue più comuni, ma se si è fortunati anche greco, polacco, ceco, finlandese, norvegese ed anche russo, poiché da qualche anno l'ESA offre la possibilità di contratti a termine anche per cittadini di Paesi non appartenenti all'Unione Europea. Alla varietà linguistica e quindi culturale, si aggiunge poi la varietà generazionale. Assime allo staff permanente, l'ESA pullula infatti di giovani tra i 20 ed i 30 anni, i quali svolgono presso l'agenzia la propria tesi di Laurea (stageers), un periodo di formazione post-laurea di circa un anno (young trainees) o il post-dottorato (research fellows), come nel mio caso. Per amalgamare questa varietà di lingue, culture e stili di vita differenti, l'ESA offre ai suoi dipendenti corsi di lingua (Inglese, Francese ed Olandese) e di formazione professionale (corsi di programmazione, aggiornamenti, seminari, meetings e conferenze, etc) ma anche attività di ricreazione (attività sportive, lettura, musica, cinema,etc). Non si ha un'idea completa di ESA-ESTEC senza aver visto ESCAPE, il regno dell'attività di ricreazione !!!!
Loredana Spezzi

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