martedì 19 maggio 2009

Astronomia: speriamo che sia "neutra" ...



Mi piaceva l'idea di iniziare con la citazione di un titolo di film di un noto attore mio conterraneo, Massimo Troisi, indimenticabile per la sua originale e intelligente ironia. Ma poi, confesso, sono rimasta
nell'imbarazzo tra: "Il postino", "Scusate il ritardo" e "Non ci resta che piangere", che mi parevano tutti piu' o meno azzeccati ...
soprattutto per le molte perplessita' e lo scarso entusiamo manifestati, piu' o meno apertamente, da molte colleghe chiamate a contribuire a quest'iniziativa.

Nel leggere le esperienze raccontate in precedenza su questo blog da varie colleghe - alcune delle quali appena all'inizio della loro carriera - ho puntualmente avuto l'impressione di ritrovare qualcosa anche della mia.
E' come se vi sia un filo conduttore che accomuna gran parte delle nostre storie personali al di la', ovviamente, di condizioni al contorno che possono essere state anche abbastanza diverse.
Ed e', probabilmente, innanzitutto il fatto di possedere una certa predisposizione per gli studi scientifici, molta curiosita' verso il mondo naturale e i suoi fenomeni, e spesso un certo spirito di avventura ma anche, non possiamo dimenticarlo, che ci sia stata data l'opportunita' di coltivare fin da tenera eta' la passione per lo studio, fino all'incontro, piu' o meno fortuito, piu' o meno precoce, con "la Madre di tutte le Scienze", che ci faceva scegliere il cammino che ci portava a fare dell'Astronomia la nostra professione.

Ma a questo punto mi pare lecito porsi la domanda: c'e' forse qualche differenza nel percorso seguito da un nostro collega maschio?
Io mi immagino che la risposta sia no. In ogni caso, a questo proposito, sarebbe interessante ed opportuno sentire la voce di qualcuno di "professione astronomo"...
Per questo motivo, ho particolarmente apprezzato e condivido appieno quanto affermato in precedenza da Paolo Esposito, il quale sottolineava come, quando si legge un articolo scientifico (come, aggiungerei, una proposta per ottenere tempo di osservazione o la presentazione di un progetto di ricerca), non solo non ci si accorge se l'autore sia uomo o donna, ma la cosa e' per noi del tutto irrilevante.

Ho sempre avuto la convinzione (o forse illusione?) che il nostro Paese, almeno nel nostro ambito, fosse abbastanza avanti rispetto a molti altri paesi circa la "questione femminile" e che, pittosto, il vero problema risiedesse altrove e riguardasse il fatto che le opportunita' di crescita culturale e di avvicinamento al mondo della scienza dipendono in larga misura dal contesto sociale in cui un individuo si forma, e oggi, in maniera sempre piu' pressante, dalle scarse (o per lo piu' scadenti) prospettive di inserimento nel mondo del lavoro che la societa' attuale sembra in grado di offrire ai giovani.

E dunque, il mio timore e che il "bias iniziale" di dedicare un blog esclusivamente all'"universo femminile" venga percepito da molte come un segno di discriminazione che probabilmente non incoraggia una larga partecipazione.
Per contro, rilevo come almeno in Spagna vi sia anche un blog dedicato a: "Los Diarios Cosmicos" El blog de los astronomos profesionales, che, se non altro, riequilibra un po' le cose....

Elvira Covino


2 commenti:

Isabella ha detto...

Rispondo al commento di Maureena al post precedente:
Per quanto ne so io, il blog è nato sull'esempio di "She is an astronomer" un'iniziativa milestone dell'anno internazionale dell'astronomia, volta a parlare proprio di discriminazione. Non essendo però presente in Italia un problema di discriminazione delle donne nella scienza, si è pensato di fare del blog un'occasione per proporre al pubblico un "diario" raccontato al femminile di cosa sia la professione dell'astronomo/a (similmente al Cosmic Diary, anche questo iniziativa dell'anno intern. dell'astronomia).

Naturalmente ciò ha creato un po' di perplessità: perchè non coinvolgere anche i nostri colleghi e testimoniare insieme cosa sia la Professione Astronomo/a??

Premesso che forse sarebbe stato altrettanto valido fare quest'ultima scelta, la mia interpretazione di Professione Astronoma è stata: "OK, parliamo del nostro lavoro e mostriamo a chi ci legge - sperando di arrivare anche alle ragazine - che in Italia si può essere molto appagate facendo ricerca scientifica e che quindi ci sono alternative al mestiere di velina che viene proposto dai media come obiettivo ineguagliabile per avere soddisfazioni nella vita. Per questo motivo ogni qual volta ho avuto in questi mesi un contatto diretto con le scuole ho "raccomandato" alle ragazze di seguirci sul web.
Siamo riuscite a interessarle? Forse dovremmo provare a parlare di più delle nostre ricerche, delle nostre esperienze concrete. Di solito in questo noi astronomi riusciamo a fare trapelare quell'entusiasmo e coinvolgimento che ci fa tanto amare questo lavoro.

Marta ha detto...

Spero di sbagliarmi ma, affermare che non c'e' discriminazione in Italia, quando i numeri sono quelli pubblicati qui http://sheastro.arcetri.astro.it/ (ad es in universita' - fisica e astrofisica - le ricercatrici sono il 28%, le associate l'11% e le ordinarie il 4%; va meglio in INAF ma siamo ben lontane dalla parita'), mi sembra quantomeno discutibile... Speriamo che la percentuale sempre piu' risicata man mano che si sale di grado sia un retaggio del passato e non un segno che non veniamo discriminate solo finche' non pretendiamo di fare carriera.