domenica 28 giugno 2009

Astronomia....che passione!


Il breve titolo che ho scritto non è stato scelto a caso...e sì....questo perchè, prima di una professione, per me l'astronomia è una passione. E lo è stata da quando ne ho memoria. Non riesco a ricordare un'età in cui non abbia ammirato il cielo.

Ricordo perfettamente il giorno in cui costrinsi i miei genitori ad uscire di casa ed andare ad ammirare la cometa di Halley...ero piccola, ma lo ricordo ancora....così come tutte le volte in cui ho puntato la sveglia per alzarmi nel cuore della notte e guardare anche una seppur piccola falce di Luna adombrata durante una eclisse....e potrei continuare all'infinito.

Per questi motivi, sono stata da sempre definita, un pò come Giusi Micela, la "strana della famiglia"...con il titolo finale "appioppatomi" da mio fratello di "scienziata pazza"..., ma non posso farci nulla....prima di tutto per me l'astronomia è ed è stata sempre una passione....passione per il piacere e la voglia di sorprendersi sempre.

Per queste ragioni non ritengo ci siano differenze tra uomini e donne. Come hanno scritto prima Paolo Esposito e poi Elvira Covino, è vero....non si conosce a-priori l'autore o l'autrice di uno scritto....io spesso ho sbagliato...scambiando un uomo con una donna o viceversa...e chissà quante volte qualcuno non l'ha fatto con me! Magari mi hanno dato del Kevin, o del Karim, o dell'altro! Questo perchè studiare e "fare" astronomia non ha sesso nè età...ci si ritrova tutti in giro per il mondo a condividere la propria passione a qualsiasi età, chi per un congresso, chi per una "fellow" o altro, chi per una collaborazione, chi per osservazioni...tutti accomunati, come ha sottolineato Elvira, da un unico "filo conduttore" e, non meno importante, da una valigia sempre pronta!!!

Ormai si è diventati bravissimi a preparare una valigia in tempo record di 5-6 minuti e solo un'ora prima di prendere un mezzo per giungere in aeroporto o in stazione! Poi però, quando arrivi a destinazione e ti confronti con altre culture, altri mondi, altre abitudini,....altra Natura, che sia un insetto greco stranissimo o una pianta arida della Sierra Nevada o una tarantola cilena....bè, è lì che ricevi una spinta così veemente da farti ricaricare in un solo istante dal viaggio anche impervio che hai avuto e da farti gettare alle spalle tutti i problemi che la vita ovviamente ti riserva.

Katia Biazzo

mercoledì 24 giugno 2009

Astronome e astronomi in erba ?



Quest’anno ho partecipato per la prima volta alle Olimpiadi di Astronomia. Come membro della giuria nazionale, perche’ l’eta’ non mi consente, ormai da tempo, di parteciparvi come ‘giovane atleta’ ! In più, nemmeno all’età giusta (dai 14 ai 17 anni) avrei partecipato, perchè ero sì interessata alle materie scientifiche, ma l’astrofisica non aveva ancora preso il sopravvento, e mi dibattevo tra lo studio del corpo umano, e in genere degli esseri viventi, e quello della Terra e dei vulcani. L’astrofisica è arrivata dopo, all’università, come per molte altre astronome, come ho avuto modo di leggere su questo blog.

Ma torniamo a noi, o meglio a loro: le astronome e gli astronomi in erba.

Lo scenario è Capodimonte in un bel fine-settimana di metà maggio. L’atmosfera è carica di tensione: si selezionano gli ‘atleti’ per la ‘squadra nazionale italiana’, che parteciperà alle Olimpiadi Internazionali a Hangzhou, in Cina dal 8 al 16 Novembre 2009 !
Un’occasione importante che riempie di orgoglio i genitori, accorsi in qualità di accompagnatori infaticabili, alcuni, infatti, hanno affrontato in macchina un lungo viaggio, con partenza da Trieste, da Bari, da Cuneo, da Raggio Calabria. Sono armati di fotocamera e del miglior consiglio possibile, che è poi il motto del Barone di Coubertin, Pierre de Frédy: L'importante è partecipare.

Ed eccoli, i protagonisti, 30 ragazzi tra i 14 e 17 anni, che non pensano solo a diventar veline o calciatori, ma hanno anche altri interessi e passioni. E poi, in fondo, una cosa potrebbe non escludere l’altra. Si cimentano in una gara impegnativa: si va dalle seriose leggi di Keplero, agli abitanti del pianetino Autovelox IV, che amano gareggiare in velocità con veicoli sportivi ultra-sicuri, o ai viaggi avventurosi su astronavi tecnologicamente avanzate per esplorare il sistema solare.

Insomma, esercizi non banali, che misurano la conoscenza della materia, la curiosità e la capacità di essere futuri ricercatori, ma anche futuri curiosi del mondo e dell’Universo, indipendentemente dalla strada e dal mestiere che sceglieranno di fare da adulti.

A prova finita, inizia l’arduo e faticoso compito della giuria: valutare con scientifica precisione (perché la gara è comunque una cosa seria) il lavoro fatto da ciascun partecipante e dare un inevitabile voto, allo scopo di formare la squadra nazionale di non più di 5 ragazzi. Un compito arduo, perché è tanta la sorpresa (mia, giudice in erba, questo sì) per la competenza, la determinazione e la fantasia messe in campo da ciascuno per risolvere i problemi. Abbiamo fatto notte, con gli altri giurati, per correggere con attenzione gli esercizi e non trascurare nessun particolare, nessun sforzo da parte degli ‘atleti’ volto alla soluzione.

Alla fine solo 5 andranno a Hangzhou, il numero massimo di atleti per nazione. Per gli altri rimarrà l’entusiamo di aver vissuto una bella esperienza, aver conosciuto persone nuove, aver visitato una città magnifica e, forse, il desiderio di riprovarci l’anno prossimo: IN BOCCA AL LUPO !

Gabriella

Dal sito italiano delle Olimpiadi di Astronomia:

“Con il pretesto della competizione, le Olimpiadi di astronomia offrono agli studenti delle scuole italiane un'occasione di incontro con i ricercatori e di confronto con altri ragazzi, la possibilità di coltivare l’interesse e la passione per l’astronomia e uno scenario scientifico di ampio respiro, nell'assoluto rispetto delle loro qualità morali e cognitive. “
http://www.ts.astro.it/olimpiadi/index.html
(sito italiano)
http://www.issp.ac.ru/iao/
(sito internazionale)

(Picture: credits to NASA and STScI).

sabato 20 giugno 2009

Una notte, mio padre e Cassiopea


La mia storia ha inizio moltissimi anni fa, quando ero ancora la dolce bimba di mio papà. E' indimenticabile per me una passaggiata con mio padre in una sera invernale, quando, tornando dalla chiesa, ci siamo fermati in una strada più buia e lui mi ha insegnato a riconoscere la costellazione di Cassiopea. Lo so che può apparire lezioso, ma è andata proprio così. Penso che ogni ragazzina dovrebbe essere amata dal proprio padre di un amore che permetta di crescere e realizzare i propri sogni. Grazie a Dio, e a mio padre, io sono stata amata e con il suo insostituibile aiuto e supporto sono diventata quello che sono.
Così, molto presto nella mia infanzia, io avevo già deciso che sarei diventata un astronoma. Al secondo posto tra le mie aspirazioni era diventare "spazzina", forse perchè ero una bimba estremamente ordinata, ma i miei genitori mi fecero lasciar perdere questa idea, fortunatamente.
Adesso, dopo molti anni di lavoro e di studio, mi sento ancora in cammino. Nè dopo la laurea all'Università, nè dopo il dottorato, nè adesso, mentre lavoro con il gruppo del Laboratorio di Astrofisica Sperimentale a Catania, riesco a considerarmi come un'astronoma. Ma cerco di esserlo. Ho ricevuto cose così meravigliose nella mia vita - mio padre, il mio cervello, i miei occhi .... non mi piace parlare di me stessa. E questo testo non dovrebbe parlare di me. Dovrebbe invece essere un occasione per fare il punto, una breve riflessione, sul fatto che ..... in alcuni momenti, provo meraviglia esattamente come quella prima notte. Ecco il motivo per il quale sento che val la pena proseguire.
Zuzana Kanuchova

L'immagine è tratta dal libro di Camille Flammarion’s (1888), L’atmosphère: météorologie populaire

ZK è nata nella Repubblica Slovacca e lavora in Italia dallo scorso autunno. Comincia a parlare italiano, ma il suo post è scritto in lingua inglese. Eccovi l'originale:

My story has begun many many years ago, when I was a sweet daddys' little girl. I cannot forget one winter evening walk with my father, coming back from the church, when we stopped in one darker street and he teached me to find Cassiopeia constellation. I know that this sounds like a pretty fake, but it was really so. I think that girls should be loved by their fathers. They should be loved so as they could grow up and fulfil their dreams. Thanks to God and my father I was loved and with his uncoverable help and support I became the one who I am.
So, very soon in my childhood I decided to become an astronomer. The second possibility was to be a street-sweeper, because I was so tidiness loving kid, however my parents have talked me out of this idea - luckily.
Now, after many years of work and study I am still on the way. Neither after graduation at university, not even after PhD. study, nor now, working with the group of the Laboratory of Experimental Astrophysics in Catania I consider myself as an astronomer. But I try to be. I was given so many wonderful things in my life - my father, my brain, my eyes ... I don't like to speak about myself. And, this shouldn't be about me. This should be just short stop-off, short reflection, that ... in some moments, I am amazed as I was that winter night. That's why I still keep on.

lunedì 15 giugno 2009

Un'astronoma all'ESA


Dopo aver consegutio il dottorato in astrofisica a Catania, ho lavorato per circa due anni in Italia presso l'INAF (Catania e Napoli) e da circa un anno sono una "research fellow" ad ESTEC, la sede olandese dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il mio filone di ricerca consiste nello studio di stelle giovani e della materia (polvere e gas) che le circonda. Tale studio è di particolare importanza in astrofisica, poiché la formazione dei pianeti è legata all'evoluzione della materia circumstellare. In altre parole, per capire come il nostro sistema solare si è formato, ci si serve di stelle giovani in cui la formazione di sistemi planetari deve ancora avvenire o è in corso. Il mio approccio verso questo tipo di studi è prettamente osservativo. Lavoro con dati dei telescopi cileni dello Europena Southern Observatory (ESO, Chile), dell'Hubble Space Telescope e dei telescopi spaziali Spitzer ed Herschel (nel prossimo futuro).

L'Agenzia Spaziale Europea è un ambiente lavorativo alquanto peculiare per un astronomo, poiché offre i vantaggi di un buon istituto di ricerca (il Dipartimento di Ricerca e Supporto Scientifico, ESA-RSSD) collocato però all'interno di una grande azienda (l'ESA conta circa 5000 dipendenti). Dati gli obbiettivi principali dell'ESA (l'esplorazione spaziale, voli umani nello spazio, telecomunicazioni e navigazione satellitare, etc), essa comprende svariati settori di carattere ingegneristico, informatico, amministrativo, etc. Proprio questa varietà di competenze fa si che l'ESA sia un continuo pullulare di idee, progetti, persone sempre nuove e con formazione differente. Per un astronomo questo è un ambiente sicuramente stimolante, che permette di crescere nella propria professione di ricercatore ma anche di allargare le proprie conoscenze e competenze ad aspetti più tecnici. Ciò arricchisce, dal mio punto di vista, la formazione professionale di un astronomo. A ciò si aggiunge il fatto che i rapporti di lavoro all'interno dell'ESA sono molto cordiali, il confronto con gli altri sano e costrittuvo. Ci si sente sempre in gara per fare meglio ma è un percorso di gruppo, non individuale; ci si sente parte di una grande "macchina" pur conservando la coscienza del proprio specifico ruolo.

Ovviamente a tutto ciò va aggiunto il fatto che l'ESA è un ente internazionale per cui tale è il suo personale. Camminando per i lughi corridoi all'ora di pranzo, si ha la possibilità di sentire parlare almeno una decine di lingue: inglese, francese, spagnolo, italiano, portoghese, olandese e tedesco sono solo le lingue più comuni, ma se si è fortunati anche greco, polacco, ceco, finlandese, norvegese ed anche russo, poiché da qualche anno l'ESA offre la possibilità di contratti a termine anche per cittadini di Paesi non appartenenti all'Unione Europea. Alla varietà linguistica e quindi culturale, si aggiunge poi la varietà generazionale. Assime allo staff permanente, l'ESA pullula infatti di giovani tra i 20 ed i 30 anni, i quali svolgono presso l'agenzia la propria tesi di Laurea (stageers), un periodo di formazione post-laurea di circa un anno (young trainees) o il post-dottorato (research fellows), come nel mio caso. Per amalgamare questa varietà di lingue, culture e stili di vita differenti, l'ESA offre ai suoi dipendenti corsi di lingua (Inglese, Francese ed Olandese) e di formazione professionale (corsi di programmazione, aggiornamenti, seminari, meetings e conferenze, etc) ma anche attività di ricreazione (attività sportive, lettura, musica, cinema,etc). Non si ha un'idea completa di ESA-ESTEC senza aver visto ESCAPE, il regno dell'attività di ricreazione !!!!
Loredana Spezzi

venerdì 12 giugno 2009

Giovani astronome: dall' Iran all' Europa


Ho provato molte volte a ricordare quale fosse nella mia mente di adolescente la relazione tra l'astronomia e il senso della vita. Ma non ci riesco! La sola cosa che ricordo è che a quel tempo pensavo che avrei scoperto il mistero della vita se avessi compreso come funziona il cosmo! Forse ero influenzata dalla credenza che il paradiso sia in cielo! E sognavo di trovarlo nella scienza!

Tutti i miei sogni di svelare la Creazione con la scienza svanirono al secondo anno di Fisica all'Università, studiando la meccanica quantistica: ho imparato che ci sono molte incertezze nella fisica e nell'astronomia. Da allora ho continuato in miei studi di astronomia con un altro punto di vista.

Oggi l'astronomia mi permette di realizzare uno dei miei sogni più importanti, un sogno che è nato durante l'infanzia. Un anno e mezzo prima che io nascessi, il mio paese è entrato in guerra e tutta la mia infanzia è passata sotto la dura pressione della guerra. A quel tempo, avevamo due canali televisivi, che trasmettevano entrambi un’ora al giorno di programmi per bambini. Tutti i cartoni animati proponevano situazioni molto più dure di quanto vivevamo nella realtà, per lo più storie di bambini la cui madre moriva, oppure andava a servizio in altre case, o partiva alla ricerca del padre. Non so come questi cartoni potessero essere scelti! Però c'erano anche due altri programmi che amavo con tutto il cuore. Uno di questi parlava di un nonno Inuit che narrava storie al suo nipotino (non era un cartone!), della costruzione del loro territorio, della caccia e della navigazione. Meraviglioso! L’altro era un cartone su Marco Polo. Ho ancora ricordi chiarissimi di una bambina di 4 o 5 anni che guardava la TV affascinata e con il batticuore e aveva il pensiero fisso dei viaggi! La mia passione era Venezia, la città sull’acqua!! Come faceva a esistere? Mi chiedevo spesso come sarebbe stato vivere a Venezia. Pensavo a mio padre che avrebbe preso una barca al posto della macchina la mattina per andare al lavoro, e immaginavo mia madre aprire la porta e lavare i piatti nella strada che è un fiume!

Un’immaginazione vispa e i sogni di un futuro pieno di viaggi hanno reso la mia infanzia felice e i miei giorni gioiosi, nonostante la guerra e tutti i suoi effetti dolorosi e incredibili che hanno afflitto le nostre vite e il nostro paese per molti anni, persino adesso. E ora viaggio per congressi, seminari etc. grazie all’astronomia. Finalmente un giorno potrò visitare Venezia e magari gli Inuit! Chi lo sa cosa accadrà domani?

Per me, l’astronomia è il punto di convergenza delle mie più profonde aspirazioni.

Nakisa Nooraee

NN è nata in Iran dove si è laureata in astronomia. Oggi sta svolgendo un dottorato di ricerca in astronomia presso il "Dublin Institute for Advanced Studies"

Original text

"I have tried many times to remember what the relation between astronomy and myth of life and creation was in my mind, as a teenager. But I can’t! The only thing I remember is I thought I would discover the mystery of life if I can understand the reality of cosmos! Maybe I was influenced with historic idea that heavens are in the sky, and I dreamed to find them in science!

All of my dreams about disclosing the Creation by science vanished when I was a physic's student on second year of bachelor, while learning quantum mechanics. I found out there are many uncertainties in physics and especially in astronomy.

Today astronomy serves one of my biggest dreams, a dream from childhood. One and half year before my birth, war had started in my country and all of childhood was under hard pressure of war. On that time, we had 2 channels on TV, each of them had one hour per day program for children. All of the cartoons portrayed a worse situation than we have had on those days, most of them were the story of a child whose mother died recently or has to work as servant in other's home or has to go and find father!! I don't know really how those cartoons had been chosen so wisely!!! But there were two different programs I loved them (heartily). One of them was an Inuit grandfather who tells story for his grandson (It wasn't cartoon), he narrates about building the Inupiat, hunting and boating! Complete amazing! The other was a carton about Marco Polo. I have still clear strong memories of a 4 or 5 years old girl, gazing on TV, with charming beating heart who thinks madly about travelling! My passion was Venice, the city on water!! How does it exist? The question, which was repeated many times for me, I imagine how living in Venice would be? I thought my father every morning needs boat to go work instead of car and my mother can open our home's door and wash dishes in street, which is a river! Funny imaginations and dreaming for future life, full of travels around the world has mad my childhood happy and cheerful days, against war and all of painful and unbelievable destructive effects which have affected our lives and our country for many years, even now. And now, I travel for workshops, seminars etc for astronomy. Hopefully one day visit Venice or ambitiously, Inuit! How knows what happens tomorrow?

For me, astronomy is conjunction point of my inquisitive soul's dreams."

lunedì 8 giugno 2009

"Ma quindi tu studi le stelle?"...


Leggendo i vari post in questo blog mi sono accorta che quasi tutte avevano inserito citazioni o riportato tipiche reazioni della gente alla notizia della loro professione, così ho pensato di cominciare proprio con una delle più comuni... Si perché una volta superate le prime questioni "fai l'oroscopo?" o "ma allora lavori di notte?" (che rimane sempre la mia preferita perché offre lo spunto per innumerevoli risposte sarcastiche) è lì che si va a parare, direttamente alle stelle. Lavoro nel campo dell'ottica adattiva da poco più di un anno, cioè da quando mi sono laureata qui a Padova. Per me le stelle più piccole sono, meglio è, in un certo senso!  Il nostro è un gruppo di tecnologi (nel senso lato del termine), quelli a cui si vanno a chiedere i consigli sulle questioni più strane, perché se è vero che la gente comune non ha chiaro di cosa si occupi un astronomo, non è che tutti gli astronomi teorici abbiano chiaro il compito e le competenze di chi lavora nel campo tecnologico... e trovo questa cosa molto divertente, fra l'altro!  
L'astronomia non era la mia passione da bambina, non volevo fare l'astronauta e non sono mai stata astrofila, la scelta del corso di studi da intraprendere è stata del tutto casuale e anche la strada che ho intrapreso adesso è stata frutto di una decisione "di getto", quindi non posso dire di aver realizzato il sogno di una vita, tuttavia mai nella vita avrei pensato che un lavoro potesse essere tanto stimolante.  
Ho la fortuna di far parte di un gruppo che partecipa alla realizzazione, a partire dal disegno ottico fino all'allineamento finale e alla prima luce, di strumenti che vengono montati ai più grandi telescopi del mondo...per me, che ho ancora 25 anni, questo è un onore indescrivibile! E non posso negare che sia una grande fortuna, perché non capita a tutti di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Ciò che mi ha colpita maggiormente è l'interazione continua con colleghi di ogni parte del mondo, forse per molte di voi ormai è naturale, ma passare direttamente dall'ambiente chiuso del corso di laurea alle collaborazioni più varie è stato del tutto inaspettato!   
L'ambito tecnologico, poi, si presta particolarmente a questa collaborazione, si può dire che sia quasi forzata in un certo senso. Questo perché progetti di una certa entità sono estremamente complessi e non possono essere il frutto di un'unica mente, ma richiedono gli sforzi di molti individui che mettono a disposizione del progetto le loro diverse competenze ed esperienze, per conseguire un fine comune, proprio come in una squadra... Sono 14 anni che pratico uno sport di squadra che è la mia passione e vi posso garantire che le analogie sono molte e la similitudine è incredibile! Forse è questo che più mi piace, più dei viaggi, più del vero piacere della scoperta...io ADORO stare in una squadra! ...e adoro ciò che mi impegna mentalmente e che mi porta a rivedere quelli che possono essere i miei limiti e le mie chiusure mentali.  
Il risultato è una realtà nella quale collaborano persone con capacità e conoscenze diverse (ottici, astronomi, ingegneri meccanici ed informatici, ecc...) e in cui esiste un continuo scambio di opinioni ed esperienze, che avviene a distanza, giornalmente, o di persona, periodicamente. Ma la cosa più toccante (addirittura!) è che ogni persona ha la possibilità di dire la sua, magari sbagliando per inesperienza o ingenuità, ma è raro che un'idea, quale che sia la sua origine, venga scartata a priori.  
Forse con il passare del tempo questo entusiasmo passerà perché ci farò l'abitudine o perché prima o poi potrà capitarmi anche qualche esperienza meno piacevole, ma spero che ciò che conterà non sarà mai solo vincere, ma continuare a partecipare mettendoci sempre tutta me stessa.  
Valentina Viotto

sabato 6 giugno 2009

Semplicemente un'astronoma del Sud


Oggi è un giorno come un altro, per molti… eppure per me è il giorno in cui ho scelto di scrivere il mio pezzo su questo blog. Avrei potuto scegliere un giorno qualsiasi, ma oggi il mio “vita da astronoma” sarebbe stato differente.
Io credo a causa di questo fine settimana di elezioni: questa eccitazione che respiro passeggiando per il mio paese mi fa tornare alla mente il perché lo ho abbandonato sedici anni fa, ma anche riflettere sulle motivazioni per le quali ci sono ancora oggi “ossessivamente” legata.
Sono partita per studiare Astronomia a Bologna, penso, ma avrei potuto scegliere qualunque altro corso di laurea, purchè lontano da qui! E’ che il professore di scienze del liceo ci aveva fatti appassionare all’astronomia, ma il fatto che fosse l’unica altra facoltà (insieme al DAMS) non presente all’Università Federico II di Napoli, la rendeva ancora più affascinante!
Sono scappata allora, da chi mi guardava “strano” per le collane africane che amavo tanto, o per i cappelli colorati che mi davano tanta sicurezza; dai giudizi dei perbenisti che <<oddio! lei e altre due sole donne in un bar frequentato principalmente da uomini>>; da...
Oggi i tempi sono cambiati: i bar del mio paese sono aumentati esponenzialmente, come le ragazze che li frequentano, e io rivedo le motivazioni della mia fuga.
Ho raggiunto la consapevolezza di essere scappata dalla morte delle ideologie che mi viene sbattuta in faccia ogni volta che arrivano le elezioni comunali... una morte che ha travolto anche i miei “compagni” più cari! Dalla politica corrotta e mafiosa, dalla malavita imperante in questa terra di Gomorra, dall’abbrutimento delle nuove generazioni, dal veleno che iniettano tutti i giorni nell’aria della “terra dei fuochi”, dai terreni violentati da decenni di rifiuti tossici, dall’accettazione sottomessa di un popolo da sempre sotto ricatto… in questa mia povera Terra di Lavoro.
Eppure io questa Terra la adoro, e me ne rendo conto dalla rabbia assordante che provo quando una discarica abusiva di pneumatici brucia per giorni, e senti tua madre al telefono che ti dice <<… non riusciamo a respirare...>>. Come una disperata scrivo un articolo e cerco di diffondere la notizia non solo tra la gente che “la respira”, ma soprattutto fuori… perchè non ne sentirete mai parlare dai mezzi di informazione di massa.
Par contre... cerco tutto il bello che ancora esiste in questi luoghi: nei canti degli anziani, nei balli intorno ai fuochi di sant’Antonio, nelle tammorre e castagnette che suonano per ore ed ore nelle ronde, le sole ronde buone che esistano! Le ronde di musicanti suonano instancabili nelle nostre feste popolari, mentre giovani e vecchi si danza insieme, e qualunque distanza generazionale viene appiattita. Ricerco costantemente la semplicità e i rapporti umani autentici, qualità che ancora si trovano nel mio Sud.
Purtroppo il degrado è diventato strutturale, e più di tanto non ci si resiste qui, nella ex-Campania Felix.
Ma io non mi arrendo, continuo la mia ricerca, e scappo… ma nel verso opposto rispetto ad anni fà. Quando ho due giorni liberi mi rifugio in Salento, divenuta ormai la mia Terra di adozione, un Sud dove ha ancora senso parlare di “qualità della vita”.
Passeggio tra ulivi e terra rossa, mi immergo nelle acque azzurre della costa Idruntina, sorseggio il caffè in ghiaccio con latte di mandorla al bar senza tempo di Porto Badisco, contemplo per ore il paesaggio dagli scogli di Torre Sant’Emiliano, il luogo più bello del mondo, per me.
I miei amici salentini mi dicono <<… perché tu non ci vivi…>>.
Lontani dal Sud si impara ad amarlo, gli rispondo.

Ieri un amico mi ha detto di essere fiero di avere un’amica astronoma, che se ne vanta quando lo dice alla gente. Io un po’ mi rattristo, non per lui intendiamoci… ma chissà perché mi tornano alla mente le volte in cui rispondendo alla domanda <<... e tu che fai?>> mi pento immediatamente di aver detto la verità! ..ma perché non ho detto “shampista”!
Non sto qui ad elencare le miriadi di reazioni possibili dei miei interlocutori, ma vi assicuro che spesso mi son sentita un fenomeno da baraccone!
Io amo il mio lavoro, ho lottato e sudato tanto per diventare ricercatore a tempo indeterminato, ritengo che al momento non esista altro che io sappia fare, tanto da poterci vivere... ma per carità, sono una donna come tante altre!
Semplicemente, vorrei dire, un’astronoma del Sud, che lo ama in maniera viscerale e continuerà a lottare per la sua rinascita.

Melania Del Santo