lunedì 8 giugno 2009

"Ma quindi tu studi le stelle?"...


Leggendo i vari post in questo blog mi sono accorta che quasi tutte avevano inserito citazioni o riportato tipiche reazioni della gente alla notizia della loro professione, così ho pensato di cominciare proprio con una delle più comuni... Si perché una volta superate le prime questioni "fai l'oroscopo?" o "ma allora lavori di notte?" (che rimane sempre la mia preferita perché offre lo spunto per innumerevoli risposte sarcastiche) è lì che si va a parare, direttamente alle stelle. Lavoro nel campo dell'ottica adattiva da poco più di un anno, cioè da quando mi sono laureata qui a Padova. Per me le stelle più piccole sono, meglio è, in un certo senso!  Il nostro è un gruppo di tecnologi (nel senso lato del termine), quelli a cui si vanno a chiedere i consigli sulle questioni più strane, perché se è vero che la gente comune non ha chiaro di cosa si occupi un astronomo, non è che tutti gli astronomi teorici abbiano chiaro il compito e le competenze di chi lavora nel campo tecnologico... e trovo questa cosa molto divertente, fra l'altro!  
L'astronomia non era la mia passione da bambina, non volevo fare l'astronauta e non sono mai stata astrofila, la scelta del corso di studi da intraprendere è stata del tutto casuale e anche la strada che ho intrapreso adesso è stata frutto di una decisione "di getto", quindi non posso dire di aver realizzato il sogno di una vita, tuttavia mai nella vita avrei pensato che un lavoro potesse essere tanto stimolante.  
Ho la fortuna di far parte di un gruppo che partecipa alla realizzazione, a partire dal disegno ottico fino all'allineamento finale e alla prima luce, di strumenti che vengono montati ai più grandi telescopi del mondo...per me, che ho ancora 25 anni, questo è un onore indescrivibile! E non posso negare che sia una grande fortuna, perché non capita a tutti di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Ciò che mi ha colpita maggiormente è l'interazione continua con colleghi di ogni parte del mondo, forse per molte di voi ormai è naturale, ma passare direttamente dall'ambiente chiuso del corso di laurea alle collaborazioni più varie è stato del tutto inaspettato!   
L'ambito tecnologico, poi, si presta particolarmente a questa collaborazione, si può dire che sia quasi forzata in un certo senso. Questo perché progetti di una certa entità sono estremamente complessi e non possono essere il frutto di un'unica mente, ma richiedono gli sforzi di molti individui che mettono a disposizione del progetto le loro diverse competenze ed esperienze, per conseguire un fine comune, proprio come in una squadra... Sono 14 anni che pratico uno sport di squadra che è la mia passione e vi posso garantire che le analogie sono molte e la similitudine è incredibile! Forse è questo che più mi piace, più dei viaggi, più del vero piacere della scoperta...io ADORO stare in una squadra! ...e adoro ciò che mi impegna mentalmente e che mi porta a rivedere quelli che possono essere i miei limiti e le mie chiusure mentali.  
Il risultato è una realtà nella quale collaborano persone con capacità e conoscenze diverse (ottici, astronomi, ingegneri meccanici ed informatici, ecc...) e in cui esiste un continuo scambio di opinioni ed esperienze, che avviene a distanza, giornalmente, o di persona, periodicamente. Ma la cosa più toccante (addirittura!) è che ogni persona ha la possibilità di dire la sua, magari sbagliando per inesperienza o ingenuità, ma è raro che un'idea, quale che sia la sua origine, venga scartata a priori.  
Forse con il passare del tempo questo entusiasmo passerà perché ci farò l'abitudine o perché prima o poi potrà capitarmi anche qualche esperienza meno piacevole, ma spero che ciò che conterà non sarà mai solo vincere, ma continuare a partecipare mettendoci sempre tutta me stessa.  
Valentina Viotto

1 commento:

Marta ha detto...

forse e' un problema del mio browser ma... non riesco a leggere questo post!