lunedì 27 luglio 2009

Professione astronoma... e mamma! O viceversa???

la Sala delle<br />Figure del Museo La Specola di Padova
Scrivere un articolo per il blog mi ha dato l’opportunità di mettere sulla carta questi pensieri che permettono anche a me stessa di (psico)analizzare la mia... professione! Giusto per presentarmi, io sono un’astronoma ‘atipica’, perché anziché fare ricerca di avanguardia, mi occupo di cose vecchie: sono infatti la curatrice del Museo La Specola dell’Osservatorio Astronomico di Padova, nel quale sono raccolti gli strumenti utilizzati sin dal Settecento dai nostri predecessori, o almeno quelli miracolosamente sopravvissuti fino a noi. Mi occupo quindi di salvaguardare questo patrimonio, perchè tutti lo possano conoscere ed apprezzare, e soprattutto studio la storia di questi oggetti e degli scienziati che li hanno usati, svolgendo ricerche di carattere storico-scientifico. In verità, nel nostro ambiente spesso questo tipo di ricerche sono viste un po’ storte e tendenzialmente sono considerate non scientifiche, anche se un serio lavoro in questo campo non può che seguire un approccio rigorosamente scientifico: faccio un’ipotesi (p.e. che il lavoro di un certo astronomo sia stato precursore di una certa scoperta), raccolgo i dati che potrebbero confermare o meno l’ipotesi (leggo tutti i lavori del detto astronomo, cerco negli archivi i documenti originali, le carte relative ai suoi studi, la sua corrispondenza scientifica, confronto i suoi lavori con quanto altro pubblicato sull’argomento nel periodo, ecc.), analizzo i dati e ricavo le conclusioni, che possono confermare o smentire l’ipotesi iniziale. È un lavoro che mi appassiona molto, al quale sono arrivata quasi per caso; quando scelsi l’argomento della mia tesi di laurea nel campo storico, infatti, non avrei mai pensato di proseguire poi in questa direzione. Come molti altri, pensavo che il naturale sbocco alla mia laurea in astronomia fosse l’insegnamento. Ma Luisa Pigatto, la mia prof., che con la sua tenacia e il suo lavoro è riuscita a recuperare i rottami che si conservavano nella vecchia torre, all’epoca utilizzata come magazzino, e a ridare a questi oggetti la dignità di strumenti storici di alto valore e quindi a realizzare nella Specola di Padova uno dei più bei musei astronomici d’Italia, se non del mondo, mi ha dato l’enorme opportunità di continuare a lavorare con lei e per il museo, consentendomi quindi di intraprendere una delle professioni più belle del mondo.

Quando torno a casa, però, comincia la seconda parte della mia professione, altrettanto bella e altrettanto impegnativa e della quale sono altrettanto innamorata: quella di mamma! In questo senso la mia professione diventa molto ‘tipica’, comune non solo a tante altre mamme-astronome, ma anche a tante altre donne in ogni possibile ambito lavorativo. Forse la distanza dal posto di lavoro (abito a poco più di 30 km da Padova, che raggiungo in treno ogni mattina) mi rende appena un po’ più peculiare rispetto ad altre mamme, ma tutto sommato, nel mondo d’oggi, penso che questa sia diventata una caratteristica abbastanza diffusa. Con tutte queste donne credo di condividere soprattutto una particolare capacità organizzativa; la mia giornata tipica si dipana infatti più o meno in questo modo: ore 6:25 sveglia per i genitori, un quarto d’ora più tardi sveglia per le bimbe; vestirsi, lavarsi, letti da rifare e colazione da terminare rigorosamente entro le 7:30; il tempo di lavarsi i denti e di finire ‘le ultime cose’ in bagno, e poi, al massimo alle 7:45 si parte; il babbo ne carica una in bicicletta, direzione scuola materna, io porto l’altra in macchina, direzione scuola elementare. Consegna della bimba alla scuola allo suonare esatto della prima campanella (ore 7:55) e poi via verso la stazione, che dista circa 5 km. Nel frattempo qualche ‘preghiera speciale’ per trovare un buco non troppo scomodo dove parcheggiare la macchina e riuscire quindi a prendere il treno alle 8:11, assieme al marito (anche lui lavora a Padova!), che nel frattempo, da buon sportivo e decisamente più allenato della sottoscritta, ha raggiunto la stazione in bici, in una sorta di semivolo su strada! Poi finalmente, seduti in treno (se il treno non è in ritardo, se non è sovraffollato, se non è soppresso all’ultimo minuto, se... tutti incidenti abbastanza tipici quando si ha a che fare con le ffss...) ci si può rilassare!!! Giunti a Padova, si va in bicicletta, questa volta entrambi, fino al posto di lavoro, per cominciare finalmente la giornata lavorativa. Al ritorno, ovviamente, stessa trafila in senso inverso, in uno stato un po’ meno ansioso salvo che all’ultimo il treno non annunci ritardo; in tal caso cominciano ad affollarsi i pensieri: «cielo, chi chiamo adesso per andare a prendermi le bimbe??? Alla scuola materna per 10 minuti me la tengono ma alla scuola elementare la mollano in strada... Sento la cognata, la zia, la mamma della compagna...». Per fortuna che nel 99% dei casi ci sono i Santi Nonni che provvedono alle emergenze, alle malattie, alle chiusure fuori programma delle scuole (leggi: scioperi!), alle vacanze estive...
Insomma, è un po’ una vita sul fil di lana, per far combaciare esigenze, tempi ed impegni di quattro persone (e che per il momento siamo ancora solo in quattro...), ma è una vita entusiasmante che, pur tra gli inevitabili alti e bassi, intoppi e difficoltà, regala comunque stupende soddisfazioni in questo fecondo doppio impegno professionale!

Valeria Zanini

5 commenti:

Andrea ha detto...

nel nostro ambiente spesso questo tipo di ricerche sono viste un po’ storte e tendenzialmente sono considerate non scientifiche

ma nel vostro ambiente cosa considerano per scientifico?

Leo23 ha detto...

Scusate ma esiste un indirizzo al quale inviare una foto di uno strano evento astronimico ? ieri sera sta fotografando la luna con un 500mm e mi sono visto una luce rossa in lontanza. l'ho fotografata con una esposizione di 2 secondi e sembra un qualcosa che si distrugge nell'atmosfera. potete aiutarmi ?

Valeria ha detto...

Direi che nell'ambiente si considera scientifica una ricerca che segua il cosiddetto metodo scientifico e che porti contributi originali nel campo astronomico. Per questo le ricerche storiche, che guardano 'indietro' e non 'avanti', sono un po' snobbate.
Però sull'argomento mi piacerebbe conoscere anche l'opinone delle altre astronome che frequantano questo blog!

Andrea ha detto...

Allora informerei l'ambiente che astronomia != scienza, e che anche gli storici, o almeno una parte di essi, hanno un ben codificato metodo scientifico che non e' poi cosi' diverso da quello usato dagli astronomi, e che hai descritto benissimo nell'articolo :-)

Se poi agli astronomi la storia interessa poco, questo non significa che debbano negarle l'etichetta di disciplina scientifica

Valeria ha detto...

Se poi agli astronomi la storia interessa poco, questo non significa
che debbano negarle l'etichetta di disciplina scientifica


Non posso che essere d'accordo con te e quoto in pieno! :-) :-)