7 gennaio 2009
Oggi a Milano, coperta di neve, c'e' un'atmosfera irreale: entrando nel cortile di Brera il bel Napoleone di bronzo ha un cappello e un mantello di pelliccia bianca....nel silenzio totale salgo i quattro piani di scale che portano all'Osservatorio Astronomico e al mio ufficio.
E' un ambiente spazioso con una finestra che guarda il giardino e i tetti del quartiere....mi soffermo a pensare come sono arrivata fin qui, a un lavoro appassionante, a una posizione di rilievo, a una famiglia unita, a un nipotino dolce e simpatico.
A scuola ero brava (ma sono stata rimandata in matematica una volta e all'universita' ho copiato lo scritto di "fisichetta"). Sono sempre stata curiosa del perche' delle cose, dalle rocce ai vulcani, alle nuvole e ho scoperto solo al liceo che tutta la materia e' fatta di atomi! Mi stupiva molto che le mie mani fossero fatte di atomi, mi chiedevo come potessero stare insieme e funzionare....
Tre miei compagni di liceo scelsero di iscriversi a filosofia, se avessero scelto un corso un po' piu' concreto forse li avrei seguiti, ma la filosofia proprio non la capivo..... mi interessava anche l'archeologia ma era necessario studiare lettere antiche e questa prospettiva non mi sorrideva. Decisi per fisica: pur conscia dei miei limiti, mi piaceva l'idea di capire le "fondamenta" del mondo.
In tutto cio' la mia famiglia mi lascio' libera di decidere e io pensavo allora che non ero obbligata a guadagnare, dato che avrei probabilmente trovato un marito (era il 1961).
Alla fine di un corso di laurea senza scosse avrei voluto una tesi in fisica teorica, ma era un argomento troppo "caldo", con molti laureandi e aspiranti tali; ripensandoci, devo aggiungere tutti maschi....
Ho fatto una tesi di rassegna, mi sono laureata con lode grazie al Presidente della commissione, il prof. Occhialini, con cui avevo sostenuto l' esame di Fisica Superiore con grande soddisfazione.
Dopo un colloquio con IBM (che non mi attraeva per niente) decisi di accettare una borsa di studio universitaria ed entrai in contatto con il gruppo di Occhialini, in cui lavorava anche la moglie, la prof.ssa Connie Dilworth. Era un gruppo vivace, internazionale, che si occupava di ricerca spaziale, dopo una storia illustre nel campo dei raggi cosmici.
In quegli anni vennero scoperte le pulsar e apprendemmo la notizia in anteprima da Tom Gold in visita da Occhialini. Connie voleva dar vita ad un gruppo teorico di astrofisica spaziale.
L'eccitazione era grande.
Pochi anni dopo, il lancio del satellite UHURU progettato da Riccardo Giacconi, rivelo' la ricchezza del cielo in raggi X. Si scoprivano stelle di neutroni e buchi neri.
Con un piccolo numero di colleghi iniziammo a lavorare (regolo e carta millimetrata) sulla produzione di raggi X e gamma da stelle collassate e piu' tardi da buchi neri di grande massa.
Con il favore di alcune circostanze fortunate, con la guida di ricercatori di livello internazionle, con impegno ed entusiasmo avevamo imboccato la strada giusta (erano gli anni 70).
In un certo senso non c'e molto da aggiungere: anche oggi faccio le stesse cose, con metodi diversi, con colleghi diversi, ma ancora con passione.
In un primo periodo sono stata ricercatrice CNR e insegnavo all'Universita' con un incarico gratuito di Cosmologia, materia che ho imparato come autodidatta perche' non esistevano corsi post laurea.
Forse per questo il mio insegnamento non era perfetto, ma negli studenti suscitava interesse, sia per l'argomento di grande attualita', sia credo per la presentazione "aperta" dei problemi ancora da risolvere.
Ho avuto la fortuna di incontrare, nel corso degli anni, un buon numero di studenti che hanno continuato nell'Universita' e nella ricerca, e con alcuni collaboro tutt'ora.
Insomma, ho avuto molte fortune e sempre piu' mi rendo conto che aver incontrato una donna astronoma all'inzio del mio cammino e' stato molto importante. Ho dedicato al mio lavoro almeno meta' della mia vita, ho passato all'estero solo brevi periodi per non trascurare troppo la mia famiglia; ma anche se c'ero "quasi sempre", mi hanno detto: " non c'eri quando io avevo bisogno di te". Poi mi hanno perdonato.
Se volete diventare astronome, fatelo per passione e niente vi potra' fermare...........
Laura Maraschi
mercoledì 21 gennaio 2009
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3 commenti:
è bellissima questa storia. credo che sia molto importante raccontare le proprie scelte in questo modo, con semplicità ma anche con giudizio e sguardo lucido.
mi è piaciuto quel era il 1961, fa capire tante cose. grazie
Leggere questa meravigliosa storia è come quando da piccoli si sentivano le storie dei nonni (nel senso di sentire quelle storie che ti facevano sognare e nelle quali potevi diventare qualsiasi persona; bastava solo CREDERCI!).
Si sente la passione per il proprio lavoro e mi fa capire quanto sia bello "scegliere" questo lavoro senza alcuna forzatura; solo per se stessi.
Per chi sta iniziando questo è fondamentale come "capire le fondamenta del mondo" e ancora più importante è sentirlo dire da voi astronome! Grazie ancora. (forse sarò ripetitiva, ma è meglio del silenzio di questi pensieri)
Comunque per capire meglio la frase riferita al 1961, sono andata a ricercarmi notizie sul periodo e solo dopo ho capito bene cosa volessi dire.
Cara Laura la tua storia mi ha fatto pensare che prima o poi raccontero' anche io la mia scelta di vita. Sono appena appena piu' giovane di te, ed il periodo era piu' o meno lo stesso. Certo che ne sono passati di anni da quando timida fanciulla ho varcato la soglia dell'Itituto di Fisica per le prime lezioni, 4 studentesse e 100 studenti! per non parlare delle lezioni di matematica dove eravamo insieme agli ingegneri, nenache una donna! Mi sembravano tempi difficili ma li rimpiango molto!
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