A 7 anni, più o meno, ho deciso che da grande avrei fatto l'astronauta. Io appartengo alla generazione di quelli che sono stati "segnati" dalla visione di "Spazio 1999" durante la loro infanzia. Dalla fantascienza e' nata la mia passione per l'osservazione
del cielo, delle stelle. Ho cominciato a collezionare carte stellari, a studiare le costellazioni e a cercare di riconoscerle nel cielo, ma non nascondo che ho continuato per molto tempo ad avere una visione molto romantica della professione di astronomo, mi immaginavo una vita notturna tranquilla e contemplativa, soli in compagnia di un immenso cielo stellato. E mi ricordo le serate passate al freddo, in casa in pieno inverno con la finestra aperta ad osservare il cielo, i pianeti, la luna, con tutti i mezzi possibili, binocoli, cannocchiali, piccoli telescopi.
Poi sono cresciuta, e mi sono resa conto che realizzare i sogni di ragazzina comporta un certo impegno, tanto studio e soprattutto determinazione, un bel po' diverso dalla mia visione
romantica iniziale. Ma io non appartengo alla categoria di persone che si avvicinano a questa professione per caso o per curiosità. Io l'ho deciso da subito. Sapevo che un giorno sarei diventata un'astronoma. E così e' stato, nonostante le difficoltà.
E subito dopo la laurea ho avuto la grande opportunità di fare le mie prime osservazioni "vere", da professionista e con un telescopio professionale. Il mio sogno si realizzava, finalmente. Le mie prime osservazioni le ho fatte al Nordic Optical Telescope sull'isola di La Palma, alle Isole Canarie. Il mio entusiasmo era incontenibile, e lo provano le numerose fotografie che mi ritraggono davanti a ciascun telescopio esistente sull'isola (io, chenotoriamente sono refrattaria a qualunque forma di protagonismo!).
Siamo arrivati sul Roche de Los Muchachos con un, giorno di anticipo rispetto al programma di lavoro, e arrivare lassù a circa 2400 m di altezza sul livello del mare, sopra le nuvole, lasciava già presagire promettenti scenari di cieli stellati, in totale assenza di inquinamento luminoso.
La prima sera siamo andati in "avanscoperta" al telescopio dove la sera successiva avremmo cominciato il nostro lavoro. I tecnici e gli astronomi di supporto ci hanno spiegato il funzionamento del telescopio e di tutta la strumentazione, poi siamo andati "in visita" al Telescopio Nazionale Galileo, ad incontrare alcuni colleghi italiani, ed anche lì abbiamo fatto il nostro bel tour scientifico.
E poi ... il cielo!
Non credo di aver mai visto cosi tante stelle nella mia vita da avere, inizialmente, qualche difficoltà a riconoscere le costellazioni. Per un attimo ho avuto la percezione di cio' che possono aver provato i primi uomini che hanno osservato le stelle, niente di confrontabile con quello che gli inquinati cieli delle nostre città potrebbero fare sospettare. Le notti di osservazione sono trascorse tranquille e senza problemi. Non c'era foschia, non c'erano nuvole e il nostro programma osservativo e' stato completato senza intoppi, facendo delle riduzioni veloci degli spettri delle stelle osservate, ascoltando musica e uscendo fuori a guardare le stelle durante le esposizioni più lunghe. Pur non avendo esperienza mi sono trovata assolutamente a mio agio in quell'ambiente di lavoro, come se l'avessi fatto da tutta una vita.
E un po' di verità in questo c'è. In fondo, dopo i sacrifici dello studio, la laurea, il dottorato,
questo tipo di vita non risulta tanto lontano dalla vita notturna tranquilla e contemplativa tanto a lungo sognata!
Laura Affer
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