lunedì 2 marzo 2009
Passeggiando in bicicletta...
E' il primo fine settimana a casa dopo essere stata per piu' di un mese in California per lavoro e perche' ci abita mio marito (situazione non insolita tra le astronome).
Aspettavo questo Sabato con impazienza, sapevo che ci sarebbe stato il sole e che sarebbe stato perfetto per un giro in bici. Mi e' mancata molto la bici e mi sento anche un po' in colpa per averla lasciata in cantina cosi a lungo. (La bici e' una mia passione, come l'astronomia). Ora sono finalmente a casa, con la mia bici da corsa, ed oggi vado in bicicletta. Ieri ho preparato l'itinerario, andro' verso Sud: Milano-Pavia lungo il Naviglio Pavese. Un percorso pianeggiante, facile, non ci sono troppe fermate e non c'e' il rischio di perdersi (mi si e' rotto il GPS), ma devo attraversare tutta la citta'.
Dopo 15 km di semafori, traffico, macchine in seconda fila, binari che si incrociano alla Batterzaghi, e lastre in pietra, arrivo al canale. Non e' bello tanto quanta il Martesana o il Naviglio Grande, ma e' poco trafficato e posso mantenere la velocita' a lungo. Arrivo a Pavia, mi faccio un giro per il centro, sempre in sella e senza soffermarmi troppo per non raffreddare i muscoli. Riprendo il canale, ho altri 40 km prima di tornare a casa, mi sento bene, forse domani avro' male al fondoschiena (succede quando non si prende la bici regolarmente), ma per ora pedalo contenta. Penso un po' al lavoro, alla mia post-doc, alla prossima scadenza, all'articolo che sto scrivendo, i km passano e non me ne accorgo. Ogni tanto i miei pensieri vengono interrottida qualche uccello che prende il volo, dai pesci rossi del canale che sembrano immobili, dalle cascine abbandonate e dal paesaggio invernale della pianura. Vedo un altro ciclista solitario, lo supero e poi ecco che mi raggiungono due signori con i polpacci depilati su delle fiammeggianti ed ultra-leggere Colnago (che belle!). Mi vedono e subito mi dicono: - "Sei in forma!" - Io rispondo: -"In realta' non molto, e' tanto che non prendo la bici." Pedaliamo insieme ed iniziamo a chiacchierare. Parliamo dei percorsi della zona del pavese, di Milano, delle nostre abitudini ciclistiche. Mi fanno i complimenti perche' riesco a mantenere il loro passo. Ma confessano che me li fanno solo perche' sono una donna. Mi chiedono se trovo altre donne con cui andare in bici. Ed io rispondo: -"Incontro sempre gruppi di uomini, e' raro vedere una donna. Eppure la bici e' uno sport che possono praticare tutti, indipendentemente dalla forma, dal genere e dall'eta'".- E poi penso alla California, li si incontrano tantissime donne in bici. Ho tante amiche cicliste quanti amici ciclisti da quella parte del mondo. Che strano che al confronto ci siano molte piu' donne astronome rispetto agli uomini in Italia che negli Stati Uniti. Uhm... perche' questa differenza? Ci avviciniamo a Milano, e' l'ora di pranzo, un cellulare squilla, e' probabilmente la moglie di uno dei due signori, forse vuole sapere se il marito e' vicino e se puo' calare la pasta. Il marito decide di non rispondere (e' dura con i guanti!). Colgo l'occasione e chiedo come mai le mogli non vanno in bici con loro. Uno mi dice "Non e' portata" (tra me e me: ma che vuol dire ? Chi non e' portato ? I bambini di 4 anni imparano ad andare in bici. Forse ha un problema di equilibrio.) "In realta', non vede l'ora che me ne vada cosi puo' sbrigare i servizi". (tra me e me: se facessero i servizi insieme, poi rimarrebbe del tempo libero da trascorrere insieme, magari andando in bicicletta) "Quando si hanno i bambini uno devo stare a casa". A quel punto ho risposto: "Ma si possono portare anche i bambini, ci sono i rimorchi" (e tra me e me: o si potrebbe fare a turno, qualche volta i bimbi li puo' tenere lui, cosi lei va in bicicletta). Ho sentito tante volte questi discorsi e mi sembrano insensati, ma non penso che sia "colpa degli uomini" o che la donna sia sfruttata. Questi due signori hanno reso la mia passeggiata ancora piu' piacevole, sono stati gentilissimi, non mi hanno snobbata lasciandomi a qualche chilometro di distanza, anzi hanno allungato il loro percorso per fare un po' piu' di strada con me. Sono contenta di averli incontrati e li ringrazio per avermi fatto pensare alla strana differenza tra la percentuale di astronome e quella di cicliste in California ed in Italia ed aver ispirato questo blog.
Forse un uomo che fa i servizi o una donna che va in bicicletta vuol dire sconfinare un territorio sconosciuto, dove si ha paura di sbagliare e di essere presi in giro. Mi ricorda la differenza tra adulti ed adolescenti.
Chi fa ricerca ha come meta quella di sconfinare territori sconosciuti e lo fa animato dalla passione. Sara' per questo che le astronome sono tutte un po' originali. Ma di questo parleremo un'altra volta.
Mari Polletta
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2 commenti:
sottotitolo:
un'astronoma! una donna! non così differenti, se non proprio con i piedi per terra, in sella onora il proprio mondo! ho visto i navigli, anche l'occhio del gaio pesciolino.
Grazie!
"Molte donne in bici ma poche astronome in USA contro poche donne in bici ma più astronome in Italia". Cioè in USA (o meglio in California, Colorado e negli altri bei luoghi della classe middle up) le donne vanno in bici - hanno piste ciclabili che si estendono come ragnatele nelle loro città - e hanno in genere un bel lavoro partime mentre il loro maritino fa carriera. In Italia le donne della stessa classe sociale lavorano quanto i loro mariti (anche se non volessero i redditi non permettono scelta).... vanno meno in bicicletta ... ma, se vogliono, possono fare più facilmente delle loro simili americane - anche bei lavori come quello dell'astronoma.
In USA fare carriera nel mondo accademico (e non solo) significa spostarsi continuamente nell'età in cui ci si crea anche una famiglia. Uno dei due deve per forza avere un lavoro meno impegnativo dell'altro e, per i modelli socio culturali vigenti, la coppia non regge a lungo se a mettere i sogni nel cassetto è "lui". Grazie per la bella passeggiata lungo il Naviglio Pavese che hai fatto fare anche a noi.
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