Durante le vacanze di Pasqua ho passato 5 giorni di fila a casa di mia mamma, a Santarcangelo di Romagna. Io vivo e lavoro a Monaco di Baviera, e le mie sortite a casa non sono molto frequenti, quasi mai in giorni feriali, quindi ho preso la palla al balzo per rinnovare la carta d'identita': pur in scadenza tra qualche mese, chissa' quando mi capitera' ancora la congiuntura astrale di essere nel mio comune di residenza un giorno in cui gli uffici sono aperti.
Cosi' di buona mattina mi presento all'ufficio anagrafe con le fotografie necessarie. Dopo avermi gentilmente rimproverato sullo stato (pietoso) del documento, la tipa allo sportello mi chiede: "Sulla vecchia, sotto 'Professione', c'e' scritto ancora studentessa, cosa devo mettere?". La prima cosa cui ho pensato, come un flash, e' stato che la tipa non mi aveva chiesto se ero cresciuta in altezza o se avevo cambiato stato civile, ma aveva _assunto_che non ero piu' studentessa!! e che evidentemente si vedeva cosi' tanto! La seconda, piu' pragmatica, e' stata: ed ora che metto? e cosi' rispondo: " Guardi, faccio ricerca, pero' non sono propriamente 'ricercatrice', quindi ricercatrice non lo posso mettere.. sono post-doc, ma mi sa che non esiste e comunque ha poco senso.." e via discorrendo. La ragazza mi guarda e mi dice: "Senta, lei puo' mettere qualsiasi cosa, basta che sia qualcosa che la identifichi!". Ed io: "Beh, io sono astronoma...".
Mentre l'impiegata mi diceva le stesse cose che mi sento dire da tanti anni da tutte le persone che non fanno il mio lavoro ("ma che bello! quanto e' affascinante questo lavoro! ma studi il cielo?" e tutto il resto) ho realizzato quanto quella parola, "astronoma", avesse un significato diverso per lei e per me.
Per me essere astronoma significa veramente tanto: guardare il cielo con telescopi spaziali, mettere per iscritto piccole e grandi scoperte, girare il mondo per convegni e collaborazioni, parlare un'altra lingua, lottare con cataloghi e programmi al computer, tutto questo per studiare l'evoluzione dell'universo....
Piu' in generale, significa fare ricerca nel senso di cercare di capire cosa governa un fenomeno quant'anche lontanissimo dallo scibile umano, ma non per questo meno importante, stimolare continuamente la propria curiosita', e molto, moltissimo altro ancora, che va oltre il fascino molto piu' vicino al senso comune (e quindi piu' comprensibile) di scrutare il cielo notturno alla ricerca di una costellazione o di una stella cadente cui affidare un desiderio.
Penso a tutto questo in pochi secondi, due o tre al massimo. Poi mi risveglio, e sento la ragazza dire:
"Allora mettiamo 'Professione: Astronoma', va bene?" Ed io: "Perfetto!". Lei si china a scrivere sul computer e non vede il sorriso che si stampa sulle mie labbra...
Marcella Brusa
Mentre l'impiegata mi diceva le stesse cose che mi sento dire da tanti anni da tutte le persone che non fanno il mio lavoro ("ma che bello! quanto e' affascinante questo lavoro! ma studi il cielo?" e tutto il resto) ho realizzato quanto quella parola, "astronoma", avesse un significato diverso per lei e per me.
Per me essere astronoma significa veramente tanto: guardare il cielo con telescopi spaziali, mettere per iscritto piccole e grandi scoperte, girare il mondo per convegni e collaborazioni, parlare un'altra lingua, lottare con cataloghi e programmi al computer, tutto questo per studiare l'evoluzione dell'universo....
Piu' in generale, significa fare ricerca nel senso di cercare di capire cosa governa un fenomeno quant'anche lontanissimo dallo scibile umano, ma non per questo meno importante, stimolare continuamente la propria curiosita', e molto, moltissimo altro ancora, che va oltre il fascino molto piu' vicino al senso comune (e quindi piu' comprensibile) di scrutare il cielo notturno alla ricerca di una costellazione o di una stella cadente cui affidare un desiderio.
Penso a tutto questo in pochi secondi, due o tre al massimo. Poi mi risveglio, e sento la ragazza dire:
"Allora mettiamo 'Professione: Astronoma', va bene?" Ed io: "Perfetto!". Lei si china a scrivere sul computer e non vede il sorriso che si stampa sulle mie labbra...
Marcella Brusa