lunedì 20 aprile 2009



Ci sono meno donne nell'ambiente scientifico americano (USA) che in Europa.
Ho sempre creduto che il motivo principale fosse da ricercare nella maggiore mobilità del mondo del lavoro negli USA, che determina ovvie difficoltà a conciliare famiglia e carriera.
Pare invece che non sia solo questo il motivo, ma che invece ci sia tuttoggi un pregiudizio in parte della società americana verso la capacità delle donne a fare scienza.
Questo è quanto si evince leggendo un articolo apparso sul Washington Post del 14 aprile scorso firmato da Christina Hoff Sommers. La Hoff Sommers interviene sulla politica del Presidente Obama, il quale ha auspicato l'estensione al campo delle scienze e dell'ingegneria di misure simili al Titolo IX, una legge che obbliga le Università americane a destinare uguali fondi alle attività sportive maschili e femminili. Obama ritiene che simili azioni, opportunamente adattate e perseguite con la dovuta attenzione, determinerebbero una maggiore partecipazione femminile alla scienza e all'ingegneria.
La Hoff Sommers ritiene che queste misure siano da bandire perchè danneggerebbero la scienza americana. Nel propugnare azioni per giungere ad una parità di opportunità per uomini e donne nel campo delle scienze secondo la saggista americana si vuole dare soddisfazione politica alle associazioni che lottano per la parità ma si ignorano le conclusioni di "altri" studiosi, che la Hoff Sommers ritiene essere la maggioranza, i quali affermano che le motivazioni per cui le donne sono maggiormente presenti nelle discipline umanistiche e sociali piuttosto che scientifiche siano "biologiche" e non da cercarsi nei condizionamenti sociali. Conclude la Hoff Sommers con un monito al Presidente e al Congresso a non sostenere una politica di uguaglianza dei generi "non testata" e non abbastanza "dibattutta" nel campo scientifico in cui agli USA è riconosciuta l'eccellenza e che è vitale per l'economia e la difesa nazionale!
L'articolo della Hoff Sommers è leggibile sul sito http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/04/13/AR2009041302119.html
La reazione indignata delle astronome americane può essere seguita sul blog "http://womeninastronomy.blogspot.com/2009/04/christina-hoff-sommers-is-at-it-again.html"

Isabella Pagano

3 commenti:

Unknown ha detto...

è una cosa assurda che nel 2009 ancora qualcuno sostenga che per motivi biologici donne e scienza non vadano d'accordo!!! naturalmente è stato ampiamente dimostrato il contrario....ma chissà perché ancora non vogliono crederci o magari si sono accorti di quanto valga una donna-scienziato e hanno semplicemente deciso che è meglio sminuire un pò per non ammetterne, non la superiorità (che non esiste tra un uomo e una donna), mal'uguaglianza

Anonimo ha detto...

Parlare di difficoltà biologica a fare scienza per una donna mi fa indignare. Pero' certe volte anche io ho pensato che ci sono parti della scienza (la speculazione molto teorica) che sono poco congeniali al mondo femminile perché spesso ho incontrato il senso del pratico e dell'andare al sodo più nelle donne che negli uomini. Voi come la pensate?

Anna ha detto...

Ho conosciuto donne che erano ottime teoriche. Penso che la capacita' di "andare al sodo" sia una qualita' che spesso le donne devono imparare per gestire la propria vita e quella della famiglia. Immagino che ci siano donne piu' portate per la teoria e donne piu' portare per la pratica, cosi' come accade del resto anche per gli uomini...