Sono un po' perplesso: "Professione Astronoma" lo leggo come "astronome donne". Non vedo le astronome come una specie: che differenza c'e' nel fare astronomia come uomo o come donna? Io non riesco certo a distinguere un articolo scientifico scritto da una donna da uno scritto da un uomo!
Per questo mi stupisce che il tema piu' ricorrente siano i piccoli pregiudizi in cui le astronome si imbattono spesso in quanto donne. Temo che il rischio sia quello di non distinguersi da altri forum e luoghi d'incontro sul web, che raccolgono persone che condividono situazioni piu' o meno contingenti: la pagina della classe del '77, quella di chi porta lo stesso nome, di chi ha un gemello, etc. Niente di male, certo; e' divertente conoscere chi fa una vita in qualche modo parallela alla tua, scoprire fino a che punto si spingono le esperienze comuni e dove tutto cambia, e magari sfogarsi di piccole frustrazioni con chi le comprende. Ma la dichiarazione d'intenti che campeggia nelle pagine di Professione Astronoma mi sembra molto piu' ambiziosa!
Non fraintendetemi: ha assolutamente ragione Marta quando dice che alcuni piccoli incidenti sono il sintomo di qualche cosa di piu' serio. Di gravissimo, anzi: in Italia c'e' un'ignoranza vergognosa. E l'arretratezza culturale si traduce in arretratezza sociale. Le donne sono tra le prime a pagare le conseguenze di cio', ma il problema riguarda qualunque ambito in cui considerazioni soggettive, pregiudizi, ignoranza, superstizioni e religioni precludano a qualcuno di poter svolgere un lavoro o di vivere come crede o di fare determinate scelte personali, dove portino ad ingiustizie, insomma. Ma proprio perche' il problema e' serio, e' bene metterlo nelle giuste prospettive e chiarire che c'entra poco con la professione di astronoma.
Forse sbaglio, o e' perche' la mia esperienza e' molto limitata (lavoro in questo campo da nemmeno cinque anni e sono sempre rimasto nello stesso posto, in cui puo' darsi che le cose funzionino meglio che altrove), o e' perche' sono problemi che non vivo sulla mia pelle, ma a me non sembra che si discrimini la donna nella scienza. Credo che il problema sia di "sostenere" la donna e la famiglia in generale (dall'impiegata alla scienziata alla ballerina), ad esempio che diventi la prassi anche per i mariti stare a casa coi bimbi piccoli, e cose del genere. Oltretutto, proprio il nostro mondo e' uno di quelli in cui i pregiudizi culturali sono meno radicati ed in cui per una donna i problemi pratici si gestiscono piu' facilmente. Penso ad esempio a mia cognata, che sta avendo una gravidanza difficile. Se fosse al mio posto sarebbe piu' facile per lei continuare il lavoro, grazie ad orari flessibili, alla possibilita' di fare tante cose da casa o di assentarsi per una visita senza tante formalita'. Lo stesso sara' quando mio nipote crescera'. Naturalmente, anche per mio fratello, se facesse il mio stesso lavoro, sarebbe piu' semplice starle accanto.
Paolo Esposito
lunedì 11 maggio 2009
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4 commenti:
Sai che penso? Che hai ragione!! Che astronomi e astronome sono proprio uguali nel produrre ricerca scientifica. Sai dove sono diversi? Nel gestire il potere! E' difficile che tu possa trovare una donna in una posizione di "capo" che usi atteggiamenti "padronali" e sia attaccata alla poltrona nello stesso modo di certi narcisi convinti di essere dei padri eterni. Forse per effetto di selezione, o perché devono dimostrare di farcela, le donne cercano il consenso e "dirigono" - anche con fermezza - mettendo avanti l'interesse collettivo (almeno del gruppo che si trovano a rappresentare) prima di quello personale (o della lobby di riferimento).
Mmm..non sono d'accordo, o meglio nn sono pienamente d'accordo. Lo ero fino al momento in cui hai ritenuto opportuno menzionare tua cognata e dire che se fosse un'astronoma incinta sarebbe molto piu' facile per lei continuare il lavoro, lavorare da casa..etc..Hai ragione..Ma se invece fosse un'astronoma che come di consueto sta girando mille continenti di 2 anni in 2 anni come spesso accade prima di trovare un posto fisso?Io non penso che sarebbe cosi' facile, anzi penso che sarebbe quasi impossibile anche solo programmare una gravidanza prima dei 38-40 anni, se sei fortunata..
Cara ruedegrenelle, mi sembra una visione un po' troppo semplificata. Conosco sia astronomi sia astronome che non rientrano nelle tue caselle.
Cara Magda, si direbbe che tu pensi che mia cognata sia molto giovane. Non e' cosi': anche lei ha dovuto fare i propri conti e rimandare a lungo. La difficolta' per i giovani di ottenere contratti dignitosi e stabili non e' un problema solo dell'astronomia, e nemmeno solo delle donne (nemmeno a me dispiacerebbe avere un posto fisso prima dei quaranta!). L'eta' media in cui si affronta la prima gravidanza e' ormai superiore ai 30 anni nel nostro paese (tra le piu' alte d'Europa!) proprio perche' la difficolta' di 'programmare' una famiglia riguarda la maggioranza dei giovani. Certo l'astronomia ha le sue difficolta' (finanziamenti inadeguati, pochi posti disponibili e forte competizione: cose che spesso si traducono nella necessita' di viaggiare per continuare le proprie ricerche): se uno/a preferisce lavorare nel commercio o in azienda, ci sono senz'altro piu' possibilita' di trovare un buon posto o un lavoro vicino a casa; ma offre anche alcuni vantaggi, come appunto poter continuare almeno in parte il proprio lavoro da casa, di cui mia cognata, che ha un lavoro convenzionale, non ha potuto godere.
Sono pienamente d'accordo con i post di Paolo e di Elvira.
Si rischia di trasformare questo blog in una crociata femminile contro la discriminazione, a scapito della descrizione della carriera di astronoma come, a mio parere, una delle più esaltanti e ricche di soddisfazioni che si possono pensare.
Sarò giovane e idealista... ma mi piace pensare di aver fatto la scelta giusta con questo lavoro: sì, anche in quanto donna!
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