venerdì 10 luglio 2009

Henrietta Leavitt : una pioniera nello studio dell'Universo


Lavoro all'Osservatorio Astronomico di Teramo da piu'di 10 anni e per buona parte di questo periodo mi sono accupata dello studio di stelle variabili.
Il comportamento di questa classe di stelle, a sua volta composta da moltissime sottoclassi, rappresenta da molti anni un importante test della nostra comprensione dell'evoluzione stellare.
Inoltre, grazie all'intuizione di una astronoma dell'inizio del secolo scorso, il loro studio ha permesso di correlare grandezze facilmente osservabili, come il periodo di pulsazione, con la loro magnitudine assoluta e quindi di usare un gruppo di queste stelle come indicatori di distanza.
Mi fa piacere raccontare su questo blog la storia , forse ancora poco conosciuta, di Miss Henrietta Leavitt e della sua fondamentale scoperta che ha da poco compiuto un secolo di vita.
Nei primi decenni del secolo scorso, quando cioe' si discuteva se l'Universo fosse rappresentato solo dalla Via Lattea o se invece fosse sconfinatamente piu'grande e complesso, Henrietta Leavitt dopo essersi laureata in
astronomia lavorava presso l'Osservatorio dell'Universita' di Harvard.
Il suo lavoro consisteva, come per altre donne impiegate come computers umani, nel misurare sulle lastre fotografiche gli spostamenti degli oggetti fotografati e le loro magnitudini.
Nel 1908 Miss Leavitt aveva esaminato lastre raccolte tra il 1893 e il 1906 delle Nubi di Magellano producendo un catalogo di piu'di mille variabili. Per circa 20 di queste i dati furono sufficienti a determinare il periodo della loro variazione di luminosita'. Miss Leavitt osservo' che quanto piu' le variabili erano brillanti tanto piu' lungo era il loro periodo.
Leavitt comprese che le variabili della Piccola Nube di Magellano mostravano evidenza di una regolarita'che non si osservava in altre regioni del cielo perche' quelle variabili erano tutte alla stessa distanza dalla Terra, distanza che pero'non si conosceva.
Non le sfuggi' la portata della sua scoperta; infatti auspico' che la parallasse di una variabile di questa classe (in futuro dette Cefeidi), potesse essere misurata per calibrare la relazione che avrebbe permesso di misurare la magnitudine assoluta di ogni oggetto dal solo periodo pulsazionale.
La sua scoperta permise di calcolare distanze tra 100 e 10 milioni di anni luce aprendo cosi' la strada ai fondamentali lavori di Hubble e Shapley che rivoluzionarono le nostre conoscenze sulla Galassia e sull' Universo, mentre la relazione periodo-luminosita' delle Cefeidi rappresenta a tutt'oggi il fondamento della nostra scala di distanze extragalattiche.
Forse anche a causa della sua morte prematura, nel 1921, il suo nome non ricevette il riconoscimento che meritava nella comunita' scientifica del tempo.
Il fondamentale contributo di quella giovane donna, frutto della sua intuizione e dedizione e' invece oggi ben riconosciuto, ed e'stato recentemente celebrato in occasione del centenario della sua scoperta con un congresso, il cui poster riporto in testa a queste righe.

Anna Piersimoni

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