sabato 31 gennaio 2009

Telescopio ... che passione!


Osservare al telescopio e' una delle cose piu' divertenti della nostra
professione! Mi e' sempre piaciuto il fluire lento della notte, le
discussioni e il cameratismo con le colleghe ed i colleghi nella
control room, come viene chiamato l'ufficio, solitamente spartano,
dove si 'controlla' con il computer il puntamento del telescopio e
l'acquisizione dei dati.

Poi finalmente, ai primi indizi delle luci del nuovo giorno, la fine
delle osservazioni e la possibilita' di godere delle bellissime albe
nei luoghi dove si trovano gli osservatori astronomici: sulla cima
delle Ande o sulle isole vulcaniche delle Hawaii ... posti ricchi di
fascino.

Mi ha quindi incuriosito scoprire che la prima donna astronoma ad osservare 'legalmente' all'osservatorio di Palomar sia stata Vera Rubin nel 1965! In quegli anni il monte Palomar ospitava uno dei piu' grandi telescopi allora disponibili: ben 5 metri di diametro. Ma nella domanda da compilare per partecipare alla severa selezione che permette di ottenere tempo al telescopio era scritto: "A causa di problemi logistici, non e' possibile accettare richieste di osservazioni al telescopio da parte di donne".

Vera Rubin aveva gia' incontrato dei no - la sua domanda di iscrizione a Princeton era stata rifiutata poiche' le donne non erano accettate nel programma di dottorato di astronomia di quell'Universita' (e non lo furono fino al 1975). Quindi non fu quella postilla a fermarla. Chiese ed ottenne di osservare al telescopio. E racconta nella sua auto-biografia di aver attaccato sulla porta dell'unica toilette disponibile (il "problema di logistica" in questione) una silhouette femminile ... una semplice soluzione!

Vera Rubin oggi e' una astronoma molto famosa: le sue osservazioni sono state le prime a evidenziare l'esistenza di materia oscura nelle galassie. E' quindi stata una pioniera non solo come donna al telescopio ma anche come scienziata. I suoi lavori hanno iniziato il percorso che che ci ha portato oggi alla consapevolezza che solo il 4% della materia che presente nell'Universo e' sotto forma conosciuta (atomi come quelli che ci compongono) mentre il resto e' materia/energia oscura.

La sua auto-biografia scientifica si intitola con un gioco di parole un po' difficile da render in italiano: "Bright galaxies, Dark matters", grossomodo "Galassie luminose, ma materie [argomenti] oscure". Un titolo che ricorda gli interessi scientifici di Vera Rubin e nel contempo testimonia come il suo percorso di carriera non sia sempre stato semplice, come le sia successo di trovarsi ad affrontare delle problematiche - spesso non esplicite, oscure appunto - legate al suo essere donna.

Che dire? Cosi' come per tante altre professioni per fortuna anche per l'astronomia le donne che osservano al telescopio ormai non fanno piu' alzare gli occhi al cielo a nessuno.

O meglio: se cio' succede e' perche' le astronome hanno da mostrare cio' che c'e' di bello ed interessante sopra *tutti* noi!

Angela Iovino

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