venerdì 13 febbraio 2009

Astronome osservatrici


Sta scendendo un'altra notte sull'Altopiano di Asiago ed io mi accingo a partire per raggiungere Cima Ekar. Osservo al telescopio Copernico da quasi quindici anni, ormai, da quando iniziai il mio dottorato di ricerca che prevedeva una massiccia e continuativa raccolta di dati. Cinque, sei notti al telescopio ogni mese: impossibile pensare di svolgere questo tipo di lavoro con i telescopi lontani e allora ecco che il Copernico e' diventato familiare quasi quanto la mia casa!

Lasciata la strada principale, imbocco la via che conduce a Cima Ekar, quota 1366 metri. La fitta faggeta che domina questa zona dell'Altopiano cadenza il passaggio delle stagioni con i suoi mutevoli colori: dal verde della primavera e dell'estate, al giallo e rosso dell'autunno, fino all'abbagliante bianco di questo inverno che ci ha regalato alcuni metri di soffice neve. Il bosco adesso e' silente, attanagliato nel freddo e nella neve dell'inverno, ma in altre stagioni non e' raro incontrare su questa strada, soprattutto alle prime luci dell'alba, caprioli, tassi, volpi o lepri.

Raggiunta la cima, il bosco lascia spazio ad un vasto pascolo erboso: ecco apparire la cupola argentea, che si apre e ruota lentamente. Al suo interno il tecnico di turno sta gia' preparando la strumentazione. Salgo in sala di controllo e comincio il mio programma osservativo.

La notte fluisce lenta, puntando il telescopio da una stella all'altra e chiacchierando con il tecnico o ascoltando un po' di musica. Quando la posa e' lunga, mi piace uscire sul ballatoio che gira tutt'intorno alla cupola per ascoltare i rumori del bosco circostante, accompagnati in estate dai campanacci delle mucche al pascolo, anche in piena notte! soprattutto mi piace guardare finalmente il cielo, chiamare le stelle ad una ad una con il loro nome, cercare le costellazioni e individuare quelle meno appariscenti. Ma l'avvicinarsi della fine della posa mi riporta nella sala di controllo: un'occhiata al tempo siderale e al mio programma per scegliere un altro oggetto da puntare.

Stella dopo stella, arrivo cosi' all'alba: la cupola si chiude con un leggero suono metallico. In estate questo suono fa da sfondo al vivace “chiacchierio” degli uccelli che riecheggia tra i faggi di Cima Ekar. Ora invece si attenua nel silenzio ovattato della neve. E' un momento davvero magico: la vastità del cielo stellato, che ad est comincia appena a rischiarare, si confonde con il profilo delle vette piu' alte a nord dell'Altopiano.



Lina Tomasella

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