venerdì 20 marzo 2009

Mai dire mai...!


In uno dei miei primi ricordi di bambina vedo mio padre che esce da casa con un lungo giaccone di piumino blu, di pesantezza sproporzionata anche per le fredde sere dell’inverno asiaghese. Erano i primi anni 70 e lui andava ad osservare al telescopio da 1 metro e 20, a una manciata di chilometri dal centro del paese. La postazione di osservazione era una piattaforma metallica sopraelevata (per raggiungere l’oculare) dentro la cupola, l’astronomo stava li` seduto su una seggiolina a guardare qualche stella lontana e, probabilmente, a battere i denti.
Diventata piu` grande, a chi me lo chiedesse, dichiaravo che mai avrei voluto fare l’astronoma: perche’ passare notti insonni all’addiaccio quando c’erano tante altre cose interessanti da fare nella vita?
All’universita` scelsi fisica perche’ mi sembrava che potesse sia soddisfare la mia predilezione per le materie scientifiche che lasciarmi aperte varie possibilita`.
Il colpo di fulmine per l’astrofisica arrivo` l’ultimo anno. Fu il corso di cosmologia del prof. Matarrese che mi inizio` ad un mondo di teorie affascinanti che spiegavano l’universo come lo osserviamo oggi, a partire dai principi fondamentali della fisica. Inoltre, esistevano delle osservazioni astronomiche che avevano misurato proprio alcune delle quantità predette dalla teoria, rafforzandone la validità. Era fantastico ed eccitante!
La mia tesi di laurea fu proprio su dati osservativi di spettri di quasar che avrebbero aggiunto un mattoncino alla comprensione della formazione dell’universo.
Comincio` cosi` la mia avventura da astronoma.
…all’epoca erano passati 20 anni dalle osservazioni di mio padre nella gelida cupola di Asiago, la maggior parte degli astronomi ormai se ne stava in stanzette riscaldate davanti ad un terminale che mostrava le immagini registrate da un ccd. Meno affascinante forse, ma moooolto piu` confortevole!

La mia avventura, dicevo. Si`, perche’ la strada per raggiungere l’obiettivo di fare dell’astronomia un lavoro “vero”, che mi permettesse di mantenere una famiglia e vivere con tranquillità, e` stata lunga e a tratti piuttosto in salita.
Prima il dottorato di ricerca, un post-doc a Parigi, poi il rientro in Italia e l’inizio di una lunga serie di contratti a termine. Nell’estate del 2008, dopo quasi 10 anni di vita da “precaria della ricerca” ho vinto un concorso da ricercatrice, un traguardo che, nei momenti tristi, mi era sembrato irraggiungibile e che finalmente e` diventato realtà.

In bocca al lupo a tutte le astronome giovani e meno giovani che tutti i giorni ce la mettono tutta per conciliare l’amore per questo lavoro e la vita di donne, mogli e madri!

Valentina D’Odorico

1 commento:

Raperonzolo ha detto...

Quando ero alle medie ero convinta che da grande avrei fatto l'astrofisica, poi un mio certo rapporto assai difficoltoso con la fisica al liceo mi ha dissuasa e ho scelto lettere e la scrittura.
Complimenti per l'affascinante carriera ed l'interessantissimo blog.